funeràrio, rito
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Insieme delle manifestazioni rituali che vengono svolte per onorare un defunto. Al di là delle differenze formali riferibili ai singoli sviluppi storico-culturali e alla necessità di inquadramento nelle diverse ideologie religiose, è possibile spiegare astrattamente i riti funerari mediante la struttura dei riti di passaggio, consistente in tre fasi: distacco dalla condizione precedente, periodo di margine, aggregazione alla nuova condizione. La ritualizzazione del distacco consiste in formule di congedo al morto, che talvolta è invitato esplicitamente ad andarsene. La cacciata del defunto può assumere un aspetto chiassoso: grida, suono di tamburi, spari, ecc. La definitività del congedo emerge quando il cadavere è esposto o abbandonato, o è cremato, ovvero, se sepolto, viene legato o messo in una tomba chiusa con una pietra di difficile rimozione. Il distacco concerne anche il parentado o l'intera comunità del morto: di qui il lamento e il pianto rituali, che da un lato contrassegnano la perdita subita e dall'altro convogliano in forme di culto lo scomposto dolore istintivo. Il periodo di margine è quello in cui il morto, eliminato dal mondo dei vivi, non è ancora passato a un'altra condizione di esistenza. Tale periodo è contrassegnato dal lutto dei congiunti. Questi sono in effetti “emarginati” dalla comunità: sono soggetti a numerose interdizioni, non possono vivere la vita normale della comunità e, sin nell'abbigliamento, portano i segni di questa condizione precaria. L'aggregazione del morto alla sua nuova condizione è ritualizzata con cerimonie rievocative e, a volte, con una seconda sepoltura. In questa fase il morto subisce un altro trattamento: si mira alla sua conservazione (mummificazione, raccolta di reliquie, erezione di cippi funerari, ecc.) e, in molti casi, all'istituzione di un suo culto (culto degli antenati). I parenti, che ormai hanno stabilito col morto una relazione cultuale esente dai territori originari, sono riammessi nella comunità mediante riti di purificazione.
Funerario. Canopo di Tutankhamon (Il Cairo, Museo Egizio).
De Agostini Picture Library/G. Dagli Orti
Religione cattolica
Nella Chiesa cattolica il principale rito funerario è costituito dalle esequie, che si concludono con la sepoltura. Compiute queste, il ricordo dei morti è affidato alla preghiera. Gli antichi usavano nel III, VII e XXX giorno dopo la morte e nell'anniversario annuale tenere presso la tomba del defunto un pasto funerario. I cristiani tolsero a questo pasto il senso di offerta alimentare al defunto e gli diedero quello di prefigurazione del banchetto celeste e del riposo eterno. Anche oggi, soprattutto presso i bizantini, si usa benedire focacce funerarie, ma ormai prevale l'uso di celebrare la messa per il defunto. Nel 998 Odilone di Cluny introdusse la commemorazione di tutti i defunti fissandola al 2 novembre; la Chiesa accettò la nuova festa introducendola nel suo calendario liturgico, assieme all'usanza di celebrare in quel giorno tre messe, come si faceva in Spagna fin dal sec. XV.