federiciano o fridericiano

Indice

agg. [da Federico]. Proprio di personaggi storici di nome Federico, in particolare di Federico II di Svevia e Federico II di Prussia.

Architettura federiciana

Viene così designato il complesso delle manifestazioni architettoniche e di decorazione scultorea promosse da Federico II di Svevia (1194-1250), raggruppabili (talvolta sotto il nome di “rinascimento federiciano” e “ghibellino”) per comuni caratteri stilistici e tecnici. Riprendendo in parte il programma di monarchi normanni, come Ruggero II, l'architettura federiciana trae origine da un esplicito ideale politico di affermazione imperiale, attuata nella volontà di un ritorno all'antico, pur con accenti bizantini (specie nella scultura), con mezzi espressivi e soluzioni tecniche gotico-cistercensi e con ricordi del mondo islamico (conosciuto da Federico nella crociata del 1227). I diversi spunti sono tuttavia unificati vigorosamente da un'accentuata aspirazione alla razionalità, al rigore geometrico, all'ordine strutturale. L'architettura federiciana comprende edifici religiosi (chiesa cistercense di Murgo, presso Lentini, ca. 1225, esemplata su Clairvaux; incompiuta) e imponenti residenze fortificate (Castel Maniace a Siracusa e Castel Ursino a Catania del 1240 ca.; castelli di Salemi, Augusta, ecc.). Le opere più importanti sono la porta di Capua (1234-39, ora semidistrutta, forse progettata dallo stesso Federico), che segnava l'ingresso al dominio svevo, e Castel del Monte (presso Andria; inizio 1240), dall'impianto geometrico e strutturale rigorosissimo. L'architettura federiciana fu fondamentale per la formazione di Nicola Pisano e di Arnolfo di Cambio. Essa è pertanto una delle matrici del rinnovamento architettonico toscano dei sec. XIII e XIV.

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