etìlico
Indiceagg. (pl. m. -ci) [sec. XIX; da etile]. Di composto chimico contenente un radicale etile. § Alcol etilico, composto chimico di formula CH₃CH₂OH appartenente alla serie degli alcoli alifatici. È detto anche etanolo. Si presenta come un liquido incolore, di sapore bruciante, volatile (punto di ebollizione 78,34 °C), solubile in acqua con la quale forma un azeotropo contenente il 95,57% in peso di alcol; brucia con fiamma azzurra e forma miscele esplosive con l'aria se contenuto in proporzione variabile tra il 3,7 e il 13,7%. Industrialmente l'alcol etilico può essere ottenuto per fermentazione e per sintesi. Come materie prime per i processi fermentativi si usano liquidi zuccherini, ricavati dalle barbabietole e dalla canna da zucchero o da frutti dolci, oppure sostanze amidacee ottenute dalle patate e da cereali, o anche materiali cellulosici come il legno e gli scarti delle lavorazioni agricole contenenti cellulosa. L'alcol di sintesi si ottiene a partire dall'acetilene o dall'etilene; il processo all'acetilene, molto diffuso durante la II guerra mondiale in Germania, è stato quasi completamente abbandonato. Il processo all'etilene si realizza per idratazione diretta dell'etilene, ad alta temperatura e pressione, in presenza di acido fosforico come catalizzatore, oppure facendo reagire l'etilene con acido solforico:
il solfato acido d'etile così ottenuto viene quindi decomposto per idrolisi ad alcol etilico e acido solforico: L'alcol etilico viene in gran parte destinato alla preparazione di liquori e di profumi; trova vasto impiego anche come solvente e anticoagulante e come intermedio in molte sintesi organiche, per le quali è spesso usato in forma anidra (alcol assoluto). In farmacologia è impiegato per la preparazione di soluzioni medicinali, di unguenti e pomate per applicazioni locali, e nella pratica medica e chirurgica come disinfettante e antisettico. L'alcol etilico è facilmente assorbito dal tubo digerente, in soluzione sia diluita sia concentrata, e si distribuisce uniformemente e rapidamente in tutti i tessuti dell'organismo, concentrandosi però in maggior quantità nel sangue. In soluzione diluita (3-5%) provoca o aumenta la secrezione gastrica, mentre in concentrazione superiore al 10% la blocca completamente. Viene ossidato dall'organismo, specie dal fegato, con formazione di acqua e anidride carbonica. L'alcol etilico può essere considerato un alimento indiretto: esso infatti non prende parte alla formazione dei tessuti né entra nella loro composizione, ma agisce come donatore di energia permettendo il risparmio di carboidrati e di grassi e l'aumento del deposito di glicogeno. Assunto dall'organismo ripetutamente o in forti quantità dà origine rispettivamente a intossicazioni croniche e acute (alcolismo). § Etere etilico, composto chimico di formula bruta C4H₁0O, rappresentato dalla formula di struttura C₂H5–O–C₂H5. È detto anche dietiletere, etere dietilico o semplicemente etere. Si presenta come un liquido incolore, molto volatile (punto di ebollizione 34,8 °C), facilmente infiammabile e i cui vapori formano con l'aria miscele esplosive. È poco solubile in acqua (per il 7,5% ca., a 16 °C) e a sua volta capace di disciogliere solo piccole quantità di acqua (l'1,5% ca., a 20 °C). Si prepara solitamente dall'alcol etilico per eliminazione di acqua secondo lo schema: In pratica la disidratazione si realizza riscaldando a 140 °C l'alcol etilico con acido solforico concentrato, o anche per via catalitica, facendo passare i vapori di alcol a una temperatura di ca. 300 °C su catalizzatori a base di allumina. L'etere etilico è un ottimo solvente per i grassi, le resine e molte altre sostanze organiche, anche a causa della sua alta volatilità, che consente poi di allontanarlo facilmente. In passato è stato largamente adoperato in medicina come anestetico generale, grazie soprattutto alla rapidità dell'eliminazione e ai modesti effetti secondari a carico del cuore e dell'apparato circolatorio. Le sue proprietà negative (elevata infiammabilità, azione irritante sull'apparato respiratorio, stimolo delle secrezioni bronchiali) ne hanno tuttavia progressivamente ridotto l'impiego a favore dei moderni anestetici. È stato anche adoperato come neuro-stimolante e analettico sotto forma di sciroppi contenenti anche laudano e mentolo, nonché come anestetico locale sotto forma di spray, con indicazioni analoghe a quelle dell'etilcloruro. L'uso dell'etere etilico come bevanda produce uno stato di ebbrezza simile a quella alcolica e viene talora praticato a scopo voluttuario (eteromania) con conseguenze dannose simili a quelle dell'alcolismo cronico.