cursus

sm. latino Andamento ritmico del periodo, e in particolare le singole cadenze o clausole che chiudono armoniosamente la frase, originate dall'unione di due parole, ognuna con il proprio accento, e il cui valore ritmico acquista massimo risalto nella prosa letta ad alta voce. L'origine del cursus risale circa al sec. III d. C., quando alla quantità cominciò a sostituirsi l'accento, alle clausole metriche l'alternanza delle sillabe toniche e atone: in pratica l'accento espiratorio sostituì l'accento musicale. Precedentemente le cadenze più conosciute erano quelle usate da Cicerone, le cui clausole erano state seguite anche dalla prosa del periodo imperiale (tranne Tacito). Il cursus durò fino al sec. XIV; in Italia fu codificato alla fine dell'XI nelle artes dictandi, influenzò la prosa volgare e fu coltivato anche da Dante e Boccaccio nelle opere latine.

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