cubilòtto
sm. [dal francese cubilot]. Forno fusorio ad aria soffiata utilizzato per la preparazione e la rifusione della ghisa per getti, detto anche forno a manica. È costituito essenzialmente da un corpo cilindrico ad asse verticale in lamiera chiodata o saldata, rivestito internamente di refrattario, generalmente di tipo acido. L'aria necessaria al processo (vento) viene immessa sotto pressione attraverso una serie di ugelli: a tale scopo il corpo cilindrico è circondato da una camera a vento di forma anulare, alimentata da una soffiante. La carica, immessa nel cubilotto attraverso una bocca di carica posta superiormente, è costituita da strati alterni di ghisa di prima fusione e di coke, con aggiunta di calcare; inizialmente si carica coke (dote) fino a superare il piano degli ugelli. Insufflando aria si attiva la combustione del coke e si provoca la fusione della ghisa, la quale si raccoglie nel crogiolo sottostante; quando la ghisa raggiunge un certo livello, attraverso il foro della scoria situato 15-20 cm sotto il piano degli ugelli, viene evacuata la scoria formatasi; quindi, attraverso il foro di spillatura viene spillata la ghisa che, lungo il canale di colata, raggiunge la secchia. Spesso il cubilotto è provvisto di un avancrogiolo nel quale, con il procedere della fusione, si raccoglie la ghisa fusa. Il forno è ad azione continua, con durata di funzionamento dalle tre alle dieci ore. Il diametro interno varia da 0,4 a 1,6 m e l'altezza tra la suola e la bocca di carica da 2,8 a 8 m. Il consumo di coke è di 8-10 kg per quintale di ghisa prodotta; la produzione oraria varia da 7 a 12 t/h per m² di sezione del crogiolo. I fattori che influenzano la marcia del cubilotto sono essenzialmente il contenuto di coke nella carica e la portata di aria. I cubilotti possono essere a vento freddo, alimentati con aria a temperatura ambiente, e a vento caldo, alimentati con aria preriscaldata a 400-500 ºC. La maggiore complessità costruttiva del cubilotto a vento caldo viene compensata dal minor quantitativo di coke necessario alla marcia, con conseguente minor tenore di zolfo finale nella ghisa, e dalla maggior temperatura della ghisa allo spillaggio.