contenutismo
sm. [sec. XX; da contenuto (sostantivo)]. Corrente estetica sviluppatasi nel sec. XIX con la tendenza a realizzare l'arte nel contenuto, separandolo dalla forma. I “contenuti,” in nome dei quali gli innovatori romantici avevano tenuto le loro battaglie contro il formalismo delle poetiche classicistiche, erano stati le loro stesse idee estetiche, politiche o religiose. In seguito però furono gli stessi romantici o i loro eredi estetizzanti a introdurre esasperate complicazioni formali, mentre l'ideale dei “robusti contenuti” passava talvolta ai difensori delle tesi classicistiche. Le estetiche di De Sanctis, di Croce e di Gentile tentarono di reagire alle teorie contenutistiche. Nell'estetica crociana crociana, il termine contenutismo è usato appunto per indicare il prevalere di idee teoriche, politiche, religiose, che danneggerebbero l'equilibrio di un'opera d'arte. Le estetiche contemporanee hanno continuato ad allontanarsi dalla nozione di contenuto come principale ed essenziale: per le metodologie empiristiche contenuto e significato si identificano (l'opera d'arte diviene un mero sistema di segni); per la linguistica moderna, invece, il contenuto è costituito dall'insieme di dati linguistici, psicologici, culturali, e anche da circostanze contingenti proprie dei singoli autori. Il valore dei contenuti invece viene accentuato dalle teorie letterarie marxiste, che lo associano all'intenzionalità ideologica più o meno cosciente.