consonanza
IndiceLessico
sf. [sec. XIII; dal latino tardo consonantía].
1) Combinazione di suoni sovrapposti, accordo, armonia di suoni. Fig., conformità, corrispondenza di idee, di opinioni.
2) Uguaglianza delle consonanti dopo vocali toniche diverse (per esempio, vispo e cespo, canto e cento, amore e amare). La consonanza è usata nella poesia popolare, ma se ne trovano esempi anche nei nostri maggiori poeti.
Musica
Gli effetti di consonanza, considerata stabile, e di dissonanza, che implica tensione, moto, sono elementi imprescindibili di un discorso musicale a più parti, dove siano possibili cioè sovrapposizioni di suoni. Ma si tratta di concetti relativi, diversamente definibili in rapporto al momento della storia del linguaggio musicale in cui si collocano. Essi sono stati anche oggetto di indagine psicologica e fisico-acustica, che non ha fornito ancora spiegazioni del tutto soddisfacenti. Per l'acustica, la consonanza è una sensazione di gradevolezza dovuta all'accordo fra due o più note, strettamente legata sia al rapporto, sia alla differenza fra le frequenze corrispondenti alle note. Limitandosi per semplicità al caso di due sole note, prive di armoniche, si ha consonanza sia quando il rapporto delle frequenze è espresso da un rapporto semplice (per esempio 2/1, ottava; 3/2, quinta) sia quando una delle frequenze si scosta da tale valore, ma assume un valore tale che la frequenza del battimento che si genera, dovuto anche alle armoniche soggettive, è piccola rispetto al più basso fra i suoni esistenti, ivi compreso il suono differenziale. Quando le due note non sono pure, ma, come di consueto, complesse armoniche, valgono ancora le considerazioni precedenti, con maggior influenza dei battimenti fra le armoniche. Nella storia della musica occidentale sono sempre stati considerati consonanze fondamentali l'unisono, l'intervallo d'ottava, di quinta e di quarta. Solo più tardi si ammise come consonanza la terza (sec. XIV), che doveva diventare la base dell'armonia moderna sviluppatasi dalla fine del sec. XVI a tutto il XIX. Nell'ambito di questo sistema, i concetti di consonanza e dissonanza assumono importanza basilare. Si definisce consonante un accordo che non contiene alcun intervallo dissonante (cioè seconda, settima, intervalli eccedenti e diminuiti). Il superamento dell'armonia tradizionale porta all'annullamento della distinzione tra consonanza e dissonanza, come ebbe a rilevare già Schönberg nell'adottare la libera atonalità. A quel superamento si giunge anche attraverso l'uso di dissonanze che si prolungano prima di risolversi in consonanza, così da rendere impossibile una vera e propria dialettica consonanza-dissonanza.