Lessico

sf. [sec. XIII; latino clavis].

1) Strumento metallico adatto a far scattare il meccanismo di apertura e chiusura di serrature e lucchetti: chiudere a chiave, con uno o più giri di chiave; chiave falsa, fatta costruire di nascosto da estranei per aprire illecitamente porte di abitazioni, scrigni, cassetti, armadi; mettere, tenere qualche cosa o qualcuno sotto chiave, riporre in luogo nascosto, custodire gelosamente; scherzoso: essere sotto chiave, in prigione; buco della chiave, il foro nel cannello cavo della chiave femmina e, nell'uso comune, anche il buco della toppa; talora fig.: passare per il buco della chiave, superare a stento una prova; uscirne per il buco della chiave, cavarsela di stretta misura. Spesso come simbolo di autorità e dominio: tenere le chiavi di casa o di un'impresa, essere il padrone o comunque avere il massimo potere; le chiavi della città, il simbolo del dominio, offerto ant. ai vincitori in atto di sottomissione o agli ospiti illustri in segno di omaggio e di amicizia: “Diedero le chiavi della città a messer Carlo” (Compagni); le chiavi di S. Pietro, simbolo dell'autorità papale; tenere le chiavi del cuore di qualcuno, avere su di lui un grande ascendente, dominarne i sentimenti e lo spirito. Freq. la loc. estensiva chiavi in mano, riferita ad autoveicoli, appartamenti, impianti, apparecchi e anche servizi che i fornitori rimettono ai clienti in condizioni complete, già pronti per l'uso: il prezzo si riferisce alla consegna chiavi in mano. § Il Codice Penale italiano punisce con l'arresto da sei mesi a due anni (art. 707) chiunque, già condannato per delitti determinati da motivi di lucro o per contravvenzioni concernenti la prevenzione di delitti contro il patrimonio, è colto in possesso di chiavi contraffatte o di strumenti atti ad aprire serrature dei quali non giustifichi la destinazione.

2) Fig., mezzo essenziale che consente di ottenere un dato scopo; in particolare: A) punto strategico d'importanza risolutiva per il controllo o il dominio di un territorio; per estensione, qualsiasi elemento o motivo determinante per assicurare il successo o il predominio in un'attività: “il Ponte dell'Archia,... luogo importantissimo e come la chiave del fiume Senna” (Davila); il Bosforo è la chiave del Mar Nero; nella superiorità produttiva sta la chiave della vittoria americana sul Giappone; la tenacia è la chiave. della sua carriera. Spesso posposto ai nomi in funzione appositiva, specialmente per indicare la preminenza o l'essenzialità di un elemento singolo che può condizionare l'andamento di un intero settore: posizione chiave, posizione strategicamente rilevante che permette il controllo di altre posizioni (anche fig., posto di alta responsabilità, che permette di esercitare un influsso determinante); il settore chiave dell'economia, il ramo principale, la colonna portante del sistema economico; il partito chiave dell'alleanza governativa. B) Lo strumento che consente di risolvere o interpretare un problema, un gioco enigmistico, un messaggio in codice, e simili: finalmente ho trovato la chiave del mistero; non si capisce la chiave del codice cifrato; “cercava... la chiave della lingua etrusca” (Bacchelli); per estensione: possedere la chiave della situazione, conoscere il modo per risolverla a proprio vantaggio; talora posposto: personaggio chiave di un'opera, il più significativo ed emblematico, che meglio rivela la vera intenzione dell'autore. C) Libro a chiave, opera letteraria in cui, per fini particolari per lo più polemici, si adombrano in forme fittizie personaggi reali e fatti realmente accaduti.

3) Chiave musicale, segno posto all'inizio del rigo musicale in corrispondenza di una delle cinque linee che lo compongono. In senso fig.: uscire di chiave, andare fuori tema, parlare a sproposito; la loc. in chiave seguita da particolari determinazioni indica il carattere, il tono, l'angolatura secondo i quali si compie un'operazione culturale: un'interpretazione di Shakespeare in chiave moderna; una lettura di Dante in chiave politica.

4) Nella struttura metrica della canzone, il verso intermedio tra la fronte e la sirima che fa rima con l'ultimo verso della fronte.

5) Arnese che serve per dare la carica a orologi, giocattoli e altri congegni a molla. Negli strumenti musicali a corda, arnese per regolare la tensione di ogni corda; in quelli a fiato, valvola che serve ad aprire il foro corrispondente a un suono.

6) Utensile di varia forma impiegato per serrare o allentare viti, bulloni, dadi, ecc. Anche piccolo interruttore che in varie tecnologie consente di stabilire o interrompere contatti, allacciamenti, ecc. Chiave d'accensione, chiave piatta con bordi del cannello a profilo caratteristico individuale per ciascuna auto che, introdotta nel dispositivo di controllo dell'accensione e di vari circuiti elettrici dell'automobile (blocchetto), consente, per rotazione, l'accensione del motore. Spesso comanda l'apertura del blocco dell'antifurto, se presente sulla vettura.

7) In architettura, chiave di volta (o di arco), il concio che costituisce l'elemento centrale in una volta o in un arco; linea di chiave, la linea generatrice della superficie di una volta a botte in corrispondenza del suo vertice. Fig.: chiave di volta di un argomento, di un pensiero, l'elemento fondamentale, il sostegno principale: “la chiave di volta dei più complessi sistemi giustificanti del mondo” (Gadda).

8) Nello sport: A) nell'alpinismo, passaggio obbligato in una salita di estrema difficoltà. B) Nella lotta a terra, chiave di braccio, presa che si esegue quando il contendente attaccato volge le spalle. Consiste nel passare il braccio destro sotto quello destro (o il sinistro sotto il sinistro) dell'avversario con lo scopo di rovesciarlo facendo leva sulla scapola.

9) A bordo delle navi a vela, barra di ferro a sezione quadra, che sporge trasversalmente dal piede degli alberi di gabbia e degli alberetti, per sostenerli rispettivamente sulle costiere delle coffe e delle crocette. L'operazione, che consiste nel sistemare la chiave dopo avere messo a posto l'albero, si chiama mettere in chiave.

10) In informatica: A) gruppo di caratteri che identifica un insieme, record, di dati. B) Chiave di ordinamento, criterio di riferimento per i programmi di ordinamento che si prefiggono di organizzare i record di dati secondo un ordine voluto. Si distinguono in chiavi interne o chiavi esterne a seconda dell'appartenenza o meno al record cui si riferiscono, in chiavi crescenti o chiavi decrescenti in base al valore che rappresentano.

11) Elemento che determina un carattere della scrittura cinese al fine di poter distinguere una determinata parola rispetto ad altre omofone. § In araldica, la chiave è usata come figura simboleggiante una carica di castellano. Come insegna pontificia sono usate due chiavi poste in croce di Sant'Andrea, collocate sopra lo scudo e sotto la tiara, o accollate dietro lo scudo.

Cenni storici

Nota già nella civiltà omerica, la chiave per serrature è comune, in forme anche complesse ed elaborate nelle civiltà greca e romana. Pompei ha dato numerosi esemplari di foggia diversa. Esemplari di chiavi in bronzo sono documentati presso le antiche civiltà dell'Indo, mesopotamica ed egizia. È sotto i Romani che la chiave assume la forma definitiva quale è giunta fino a noi. Dalle piccole dimensioni che essa presentava nel periodo paleocristiano passa ai grandi formati in uso nel Medioevo. Ed è nel corso di questi secoli e di quelli successivi che nel campo della produzione di chiavi si sviluppa un particolare settore per la creazione di esemplari rispondenti a esigenze di gusto artistico. Specie in periodo rinascimentale la chiave si trasforma in alcuni casi in vera e propria opera d'arte, sia per l'originalità di forme sia per l'accurata qualità delle ornamentazioni, che riflettono nel disegno il gusto del tempo. Così sarà per i periodi successivi del Seicento e del Settecento in cui la chiave diviene espressione degli stili artistici correnti. Alcune chiavi cerimoniali furono eseguite nel Seicento in oro e in argento, collocandosi quindi tra i prodotti raffinati dell'oreficeria. Anche nell'Ottocento la chiave fu oggetto di particolari cure da parte di artigiani specializzati. Più tardi, con l'esplosione della moda liberty, anche la chiave assunse forme e decorazioni ispirate al nuovo stile.

Tecnologia

Ogni chiave per serrature si distingue in una parte allungata, il cannello, che può essere pieno (chiave maschio), vuoto parzialmente (chiave femmina), piatto (chiave Yale); all'estremità impugnata vi è l'anello, che consente di esercitare lo sforzo, all'altra vi è la mappa, uni- o bilaterale, con bordi variamente sagomati, che, inserita nella serratura, agisce sulle leve o i perni del meccanismo di questa. Le chiavi per uso tecnico servono invece quali leve atte a esercitare manualmente un momento torcente, sufficiente a bloccare o sbloccare bulloni, viti, dadi o altri elementi di bloccaggio. Sono costituite, nella loro forma più semplice, da un'asta, generalmente piatta, che viene impugnata e ruotata, terminante in una testa, di forma e dimensioni opportune, la quale costituisce l'elemento di presa. Si costruiscono generalmente in acciaio per utensili o acciaio legato al cromo vanadio e vengono ottenute per fucinatura e stampaggio. L'elemento geometrico che caratterizza le chiavi è l'apertura, cioè la minima distanza tra due facce opposte della testa di presa. Si distinguono chiavi fisse, usate per stringere o allentare elementi di dimensioni ben determinate, e chiavi registrabili, utilizzate per elementi con dimensioni comprese in un determinato intervallo. Le chiavi fisse possono essere semplici o doppie a seconda che abbiano una sola o due teste di presa (una per ogni estremità dell'asta) e hanno forme diverse in relazione al loro impiego. Tra i tipi più comuni si ricordano: le chiavi a forchetta, nelle quali il contatto con il dado avviene su due facce; le chiavi a tubo, con asta tubolare in cui un estremo è sagomato internamente a esagono e costituisce la testa di presa così che il contatto avviene su tutte le facce; le chiavi a bussola, costituite da una testa di presa cilindrica (bussola), a un estremo zigrinata internamente e all'altro con foro quadro, che viene azionata mediante leva ad angolo di sezione quadra; le chiavi a barra, costituite da un'asta piegata a L, esagonale o quadra, usate per bulloni a testa cava. Tutte queste chiavi possono essere diritte o piegate a seconda che la testa di presa sia nel piano di rotazione della leva o in un piano diverso; alcune chiavi a tubo sono provviste di un doppio snodo per permettere il serraggio di organi con asse di rotazione inclinato rispetto a quello della chiave. Tra le chiavi registrabili si ricordano la chiave inglese, in cui una ganascia è solidale all'asta (gambo) mentre l'altra è avvicinata o allontanata da questa per mezzo di una vite che si impegna in una dentiera, le analoghe chiave a martello, in cui si hanno due teste di presa contrapposte, e la chiave prussiana, con ganasce sagomate in modo da poter serrare dadi esagonali consentendo il contatto su quattro facce. Tra le chiavi per usi speciali ricordiamo le chiavi per tubi, adatte al serraggio dei tubi di impianti per gas e idraulici: le più comuni sono quelle a becco di pappagallo, a catena, a ginocchiera, ecc., che lavorano per attrito e devono garantire una compressione uniforme per evitare lo schiacciamento del tubo. Infine, si hanno chiavi dinamometriche, costruite in modo da garantire uno sforzo di serraggio indipendente da quello esercitato sulla leva dall'operatore: ciò si ottiene mediante un cricchetto o altro meccanismo, tarato al valore voluto, che quando viene raggiunto impedisce che lo sforzo sulla leva si trasmetta alla zona di presa.

Musica

La chiave musicale è utilizzata per definire la nota che si colloca sulla linea stessa e, in conseguenza, tutte le altre poste all'interno, sopra e sotto il rigo. Le chiavi usate sono di tre tipi: di sol (o di violino o di canto), di fa (o di basso) e di do. Graficamente queste tre chiavi derivano da una trasformazione delle lettere G, F, C, usate nella notazione alfabetica medievale per designare rispettivamente le note sol, fa, do. L'uso di diverse chiavi si spiega con l'esigenza di scrivere il maggior numero di note all'interno del rigo, evitando eccessivi tagli addizionali; la scelta di questa o di quella chiave varia dunque in relazione alla tessitura dello strumento o della voce per la quale è utilizzata. Attualmente la chiave di sol è usata per parti di estensione acuta; quella di fa per parti di estensione grave. Delle chiavi di do si usano oggi quelle di contralto e di tenore per parti intermedie, mentre sono cadute in disuso le chiavi di soprano e di mezzosoprano. Analogamente desueta è la chiavi di baritono, appartenente alla categoria delle chiavi di fa. Le antiche chiavi trovano oggi uso (peraltro non universale) nelle edizioni di musiche polifoniche del passato (vedi anche setticlavio).

Simbologia

Nelle credenze folcloriche, la chiave è oggetto dotato di poteri apotropaici (protezione contro malattie, demoni e streghe), che le derivano sia dall'esser fatta di metallo, sia, soprattutto, dalla sua forma fallica. Essa è inoltre attributo di varie divinità antiche (Giano, Mater Matuta), con incerto significato. § In ambito cattolico le chiavi sono simbolo del potere di rimettere i peccati, e quindi del potere di giurisdizione e di ordine che spetta ai successori di Pietro, cioè ai papi, secondo le parole che Gesù disse a Pietro: “Io ti darò le chiavi del regno dei Cieli, e tutto ciò che avrai legato sulla Terra sarà legato nei Cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla Terra sarà sciolto nei Cieli” (Matteo, XVI, 19).

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora