cerfòglio

sm. [sec. XIV; latino cerefolíum, adattamento del greco chairéphyllon]. Nome comune usato per indicare la pianta erbacea Anthriscus cerefolium della famiglia Ombrellifere (o Apiacee) originaria dell'Europa orientale e dell'Asia occidentale temperata. Alta fino a 80 cm, ha caule eretto, striato, ingrossato ai nodi, ramoso fin dalla base, e foglie glauchescenti, pennatosette. I fiori sono bianchi, in ombrelle composte di 3-5 raggi, i frutti sono diacheni allungati. Viene usata a somiglianza del prezzemolo per aromatizzare i cibi (in partic. nella cucina francese), e a tal fine è coltivata nei Paesi dell'Europa settentrionale; trova impiego anche in medicina. Il cerfoglio selvatico (Anthriscus silvestris), comune nell'Italia continentale, emana odore sgradevole dalle foglie sfregate ed è considerata velenosa. Il cerfoglio bulboso o tuberoso (Chaerophyllum bulbosum), originario della Europa e dell'Asia centrale, era un tempo assai coltivato per il tubero radicale commestibile.

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