caràttere (biologia)
l'insieme degli aspetti morfologici, fisiologici ed etologici tipici di alcune categorie di organismi. Caratteri acquisiti, quelli che un organismo acquista per effetto di cause esterne nel corso della vita. Le attuali conoscenze escludono l'ereditarietà di questi caratteri, che era invece postulata da J. B. de Lamarck come un fattore importante dell'evoluzione. Caratteri sessuali, quelli che caratterizzano i due sessi. Si distinguono in primari e secondari: i primi sono caratteri inerenti alle gonadi, i secondi non riguardano la struttura delle gonadi, ma possono però essere direttamente legati alla vita sessuale, come per esempio la forma delle vie genitali e degli organi copulatori, oppure indirettamente collegati a essa (per esempio cresta e sprone del gallo, mandibola gigante del cervo volante, atteggiamenti psichici). I caratteri sessuali secondari vengono classificati, a seconda della causa della loro insorgenza, in eusessuali e somatosessuali. I primi sono condizionati dalla presenza degli ormoni secreti dalle ghiandole sessuali (per esempio le livree nuziali, la cresta nel gallo, lo sviluppo delle mammelle nei Mammiferi) e sono tipici dei Vertebrati; i secondi sono tipici degli Invertebrati anche se non mancano in essi, come nei Crostacei, casi di influenza delle gonadi: per esempio in alcune farfalle le ali hanno diversa grandezza nei due sessi e mantengono tale differenza anche negli individui castrati durante la vita larvale. Per quanto riguarda più specificamente l'uomo, i caratteri sessuali primari sono rappresentati dagli organi della riproduzione, dall'utero, dall'ovaio, dalle tube, nella donna e dai testicoli, nell'uomo, mentre i caratteri sessuali secondari sono quelli non direttamente connessi con la riproduzione, per esempio la distribuzione dei peli, che è diversa nell'uomo dalla donna (attaccatura dei capelli, barba ecc.), le mammelle, il timbro della voce e lo sviluppo delle masse muscolari. I caratteri secondari differenziano fenotipicamente l'uomo dalla donna. § Carattere ereditario, qualsiasi caratteristica fenotipica che venga trasmessa in toto o in parte dai genitori ai figli. I caratteri ereditari possono essere distinti in qualitativi e quantitativi: i primi sono quelli che presentano una variabilità discontinua e vengono studiati secondo i principi della genetica mendeliana, in quanto dipendono dall'azione e dall'interazione di uno, due o comunque pochissimi geni; i secondi presentano una variabilità continua e vengono studiati con metodi statistici, in quanto dipendono dall'azione e dall'interazione di numerosi geni e sottostanno anche all'influenza dell'ambiente. § Dal punto di vista antropologico hanno importanza i caratteri di forma, colore, dimensioni (somatici), i caratteri fisiologici o patologici (fisiopatologici), i caratteri di composizione chimica delle singole strutture (per esempio, i caratteri serologici), i caratteri di comportamento (psicologici). Tutti questi caratteri si presentano in modo assai vario da un tipo umano all'altro, con notevoli variazioni e associazioni anche all'interno di una medesima popolazione; pertanto concorrono a definire, differenziandolo, un gruppo umano rispetto agli altri. La rilevazione oggettiva dei vari caratteri è però un problema di difficile risoluzione pratica, per cui vi è una tendenza generale a rendere standardizzate e ripetibili tutte le osservazioni, allargando il più possibile la descrizione dei tipi di misure mediante le quali risalire alla definizione dei caratteri.