capitale (aggettivo)
Indiceagg. [sec. XIV; dal latino capitālis, da caput-pítis, capo].
1) Che riguarda il capo, la testa e quindi la vita: pena capitale , di morte; fig.: delitto capitale , gravissimo, punito con la morte; peccati, vizi capitali , che comportano colpa mortale e quindi di estrema gravità; nemico capitale, ostile in sommo grado, mortale.
2) Che è in testa in una scala di valori, principale: questo è un problema di capitale importanza; novità capitale, essenziale; città capitale, lo stesso che capitale.
3) Scrittura capitale o solo capitale come sf.: scrittura maiuscola di forme diritte (maiuscola di forme rotonde è invece, per esempio, l'onciale), così detta nel Medioevo perché usata ormai solo nei capita, cioè all'inizio dei libri o capitoli. Dalla sua forma più antica, detta comunemente capitale arcaica, si sono svolte tutte le scritture latine posteriori: fra i più antichi esempi conosciuti, l'iscrizione romana del Lapis Niger, del sec. VI a. C. In età augustea erano ormai ben differenziati tre tipi di scritture capitali: la capitale lapidaria o quadrata (per le iscrizioni particolarmente solenni), la capitale attuaria, entrambe epigrafiche, e la capitale rustica, detta anche scrittura libraria, i cui esempi più noti sono le iscrizioni murali di Pompei. Contemporanea a queste era la scrittura usata prevalentemente in graffiti (per esempio tavolette cerate), detta capitale corsiva o meglio maiuscola corsiva. Sostituita nei secoli da altri tipi di scrittura, la capitale di tipo romano fu di nuovo in auge nel sec. XV per opera degli umanisti e da allora il suo uso in campo epigrafico fu continuo.
4) In tipografia, l'iniziale maiuscola di un capitolo in un corpo notevolmente maggiore di quello del testo.