Lessico

sm. [sec. XIII; da contare].

1) Computo, conteggio; ogni operazione di calcolo aritmetico: fare un conto; sbagliare un conto; far di conto, compiere un'operazione aritmetica; il conto torna, non torna, è o non è esatto; fig., la cosa è o non è chiara.

2) Computo delle entrate e delle uscite, dei crediti e dei debiti, ecc., in modo da definire il risultato contabile di un'amministrazione in un dato periodo di tempo: chiudere i conti; pareggiare un conto, i conti; procedere alla revisione dei conti. Com., partita di dare e avere: conto entrate,conto spese; tenere il libro dei conti, o assoluto, i conti; mettere in conto; conto corrente.

3) Somma da pagare a saldo di prestazioni ricevute, acquisti, ecc.: pagare, saldare il conto; presentare il conto; chiedere il conto, in albergo, al ristorante e sim.; avere il conto aperto, presso un negozio o altro, acquistare a credito saldando le fatture per lo più una volta al mese. Loc. fig.: a conti fatti, tutto considerato, in conclusione; fare bene, male i propri conti, valutare bene o male le circostanze; fare i conti addosso, in tasca a qualcuno, sindacarne le disponibilità finanziarie; fare, saldare i conti, regolare le questioni in sospeso; dare, rendere conto, dare giustificazioni; a ogni buon conto, in ogni modo, comunque sia. Proverbio: “fare i conti senza l'oste”, progettare, stabilire qualche cosa senza valutare le difficoltà.

4) Valutazione, considerazione: tener conto, valutare, considerare; rendersi conto, capire; far conto, immaginarsi, supporre, credere: “non far conto di poter vivere qui” (Manzoni). Anche stima, pregio: cosa di poco conto; persona di gran conto; tenere di conto, in gran conto, apprezzare. Fig., vantaggio, opportunità: torna conto, o a conto, è utile, vantaggioso: “Il principio morale che più torna a conto violare” (Panzini); mette conto, vale la pena.

5) Loc.: in conto di, a titolo di: “denari... offerti in conto riparazioni” (Calvino); per conto di, da parte, a nome di: telefonava per conto della sua ditta; per conto suo, proprio, da solo: “cantavano... ognuno per suo conto, adagio” (Verga); sul conto di, nei riguardi di: ne ho sentite di belle sul tuo conto; far conto, proporsi: faccio conto di finire stasera; un conto.., un conto, una cosa... un'altra: un conto è parlare, un conto fare; in fine, alla fine dei conti, in conclusione. § Per il diritto, vedi rendiconto.

Economia: economia aziendale

Il conto, come strumento di rilevazione quantitativa, è un prospetto con due sezioni, Dare e Avere, che accoglie le variazioni dell'oggetto per il quale esso è acceso; a tale concezione formale del conto, si contrappone la concezione sostanziale che vede il conto come l'insieme delle quantità riguardanti un oggetto di rilevazione. L'iscrizione di una data quantità in una sezione del conto provoca una variazione di conto che ha un suo segno contabile che può essere Dare, nel qual caso il conto viene addebitato, ovvero Avere, nel qual caso il conto viene accreditato; il conto viene acceso con la prima rilevazione quantitativa in una delle due sezioni, viene tenuto mediante le successive annotazioni, presenta un suo saldo risultante dalla differenza tra il totale Dare e il totale Avere, viene, infine, spento quando, dopo aver calcolato il saldo, esso viene iscritto nella sezione con l'importo minore. Il conto può essere distinto: A) in base alla forma, in: conto a sezioni divise e contrapposte, cioè con la sezione del Dare a sinistra e quella dell'Avere a destra, conto a sezioni divise accostate, avente una parte descrittiva comune e le due colonne del Dare e dell'Avere, accoglienti i valori, accostate alla destra del conto, conto a forma scalare, in cui i valori di segno opposto sono iscritti nella stessa colonna e vengono sommati progressivamente calcolando il saldo a ogni operazione, conto a sezioni divise accostate e a saldi, analogo al precedente ma con la predisposizione di tre colonne di cui la prima destinata ad accogliere i valori con segno Dare, la seconda quelli con segno Avere, la terza il saldo progressivo; B) in base al funzionamento, in: conto unifase, che rileva normalmente le quantità in una sola sezione, e in conto bifase, che normalmente funziona in ambedue le sezioni; C) in base al grado di analiticità, in: conti di gruppo, in cui vengono annotati dati sintetici suscettibili di ulteriori scomposizioni, e conti di sviluppo, derivanti dalla disaggregazione dei primi; D) in base alla natura degli oggetti per i quali è acceso, in: conti finanziari (financial accounts), ossia intestati a oggetti aventi la natura di denaro, crediti e debiti, e conti economici (operating accounts), ossia accesi per oggetti aventi la natura di costi e ricavi (income accounts), e capitale netto (owners' equity accounts). Infine, i conti d'ordine (memo accounts) accolgono le rilevazioni dei cosiddetti sistemi impropri di scritture in cui vengono annotati in modo forzatamente contabile gli impegni e i rischi assunti dall'azienda (per esempio, le fideiussioni prestate o ricevute, propri beni in deposito presso terzi, beni di terzi in deposito presso l'azienda, beni in leasing, ecc.). Per conto economico o conto profitti e perdite o spese e rendite, vedi bilancio; per i conti economici nazionali, vedi contabilità (nazionale).

Economia: commercio estero

Conti bloccati, conti praticamente estinti in base alle vigenti norme valutarie, che accolgono disponibilità di pertinenza dei non residenti, non convertibili sul mercato ufficiale dei cambi. Conti valutari, conti in valute trasferibili (ammesse a negoziazione) tenuti da banche abilitate e intestati a operatori residenti. Il titolare del conto può utilizzarlo per effettuare pagamenti all'estero consentiti con le suddette valute, purché l'utilizzazione avvenga nel termine di sei mesi dalla fine del mese in cui si è avuto l'accreditamento. È lasciata la facoltà all'operatore di cedere le valute, entro il predetto termine, alle banche abilitate che dovranno, a loro volta, cederle (valute di acquisto o di giro) ad altri operatori che ne abbisognano per effettuare pagamenti all'estero. La valuta comunque non utilizzata deve essere obbligatoriamente ceduta all'UIC che ne eseguirà l'acquisto in base al minor corso ufficiale accertato nel tempo corrente tra l'accreditamento in conto valutario e la cessione al Cambital stesso. Conti autorizzati in valuta, conti di pertinenza di particolari categorie di residenti quali aziende armatoriali e assicurative, spedizionieri, ecc. Essi godono di particolari agevolazioni, con deroga, per esempio, dell'obbligo di cessione di valuta fino a un dato limite, stabilito per ciascun conto. Conti esteri, conti di pertinenza di non residenti che possono essere conti esteri in lire, aventi per oggetto partite correnti, conti capitale in lire, aventi per oggetto investimenti, conti speciali per rapporti particolari disciplinati da norme speciali e infine conti esteri in valuta di conto valutario o in altra valuta. Le lire italiane dei conti esteri sono convertibili; possono quindi essere utilizzate per l'acquisto di valuta estera trasferibile o per effettuare pagamenti verso persone residenti in Italia o all'estero.

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