bestialità
Indicesf. [sec. XIV; da bestiale].
1) L'essere bestiale; brutalità: “[Alcuni uomini] degradano la specie umana sino ai confini della bestialità” (P. Verri).
2) Azione o discorso bestiale, irrazionale, assurdo; grosso sproposito: questo compito è pieno di bestialità.
3) In psicopatologia, perversione sessuale consistente nell'attrazione erotica verso gli animali. Il nome è spesso limitato a designare i rapporti sessuali tra uomini e animali. § Già il Levitico (20, 15-16) e l'Esodo (22, 19) bollavano la bestialità come peccato grave e San Tommaso la definiva “il peccato più grave di lussuria consumata contro natura” (Summa theologica 2a-2ae, q. 154, a. 12 ad 4). Il diritto canonico commina l'infamia a chi si rende reo di bestialità (can. 2357) e si mostra particolarmente severo nei confronti dei chierici (allontanamento dallo stato clericale per chi ha ricevuto gli ordini minori, deposizione per i chierici in sacris, can. 2358, 2359).
4) Nel Medioevo, delitto di bestialità, quello commesso da un animale, che avesse ucciso o ferito un uomo o recato danni alla proprietà, e che perciò veniva sottoposto a regolare processo.