batteriòfago
sm. (pl. -gi) [sec. XX; batterio+-fago]. Denominazione di un gruppo di virus che, avendo come ospite la cellula batterica, hanno la proprietà di lisare colture di germi in accrescimento. La prima osservazione di batteriofagi è di F. W. Twort, che nel 1915 ha descritto la presenza di aree di lisi in colture di stafilococchi, ritenendo responsabile del fenomeno un agente filtrabile infettante, analogo ai virus. Successivamente, nel 1917, C. F. d'Herelle ha constatato che il “principio litico”, da lui denominato “batteriofago”, può essere trasmesso indefinitamente da una brodocoltura a un'altra mediante filtrato. I batteriofagi, chiamati comunemente anche “fagi”, sono simili nell'aspetto agli spermatozoi, con una grossa testa poliedrica a cui è attaccata una coda cilindrica di varia lunghezza . Nel batteriofago T₂, il più studiato, la testa, a forma di prisma esagonale, ha una lunghezza di ca. 1000 Å, una larghezza di 650 Å, mentre la coda è lunga 1000 Å e larga 250 Å. I batteriofagi sono costituiti esclusivamente da acido nucleico (sempre DNA) e da proteine. Solo un gruppo di batteriofagi, che attaccano in modo specifico le cellule fertili di Escherichia coli K-12, hanno un materiale genetico costituito da RNA. L'acido nucleico è contenuto all'interno della testa del batteriofago ed è circondato da una membrana proteica; i batteriofagi si riproducono quando infettano ceppi batterici collegati a essi da uno stretto vincolo di specificità e, in base ai rapporti che intercorrono tra virus e cellula ospite, si possono definire temperati o virulenti. I batteriofagi virulenti determinano costantemente la lisi dei germi che infettano; i batteriofagi temperati, invece, penetrati nella cellula ospite, non si moltiplicano e instaurano un rapporto simbiotico con essa. Un'utilizzazione pratica dei batteriofagi per le ricerche di carattere epidemiologico è la tipizzazione fagica dei ceppi batterici, poiché le proprietà patogene del batteriofago sono specifiche per singoli tipi di Batteri della stessa specie. Uno dei più noti e diffusi virus batteriofagi è quello presente nelle acque stagnanti il quale, in particolari condizioni, riesce a provocare, operando su determinati batteri, l'autodepurazione delle acque.