bòra
sf. [sec. XVI; voce veneta per borea]. Vento freddo e secco, violento e tempestoso, che spira, specie d'autunno e d'inverno, da NE sulle regioni dell'alto Adriatico, soprattutto sull'Istria e sulla Dalmazia. È un vento anticiclonico che si genera quando sull'Europa centr. si stabilisce un regime di alte pressioni digradanti regolarmente verso l'Adriatico. Le masse d'aria continentali fredde, superato l'altopiano carsico, discendono con grande velocità sulla regione adriatica apportando tempo sereno (bora chiara) e notevole abbassamento della temperatura. La bora soffia, a raffiche impetuose, con velocità di oltre 100 km/h; la sua durata dipende dalla permanenza dell'anticiclone sull'Europa centrale e a volte può spirare per parecchi giorni consecutivi. Se sull'Adriatico si stabilisce una zona di bassa pressione, la bora è allora accompagnata da tempo cattivo, con violenti rovesci di pioggia e nevischio, ed è indicata come bora scura o ciclonica. La bora è responsabile di violenti fortunali sull'Adriatico particolarmente pericolosi durante la tarda primavera o all'inizio dell'estate per la rapidità di propagazione dalle coste istriane e dalmate ai litorali italiani. Il termine bora si è diffuso anche in altre parti del mondo per indicare forti venti freddi catabatici oppure venti forti settentrionali (burrasca e buran).