avventisti
sm. pl. [sec. XIX; dall'inglese adventists, risalente al latino adventus, venuta]. Nome comune a vari gruppi cristiani che credono in un'imminente seconda venuta del Cristo. Gli avventisti più noti sono quelli che si richiamano all'agricoltore del Massachusetts William Miller (1782-1849), il quale, convertitosi e datosi alla meditazione delle Sacre Scritture, affermò che il “ritorno del Signore” sarebbe dovuto avvenire nel 1843. Questa persuasione diede origine a una predicazione che ebbe larga eco nel clima di “risveglio” (revival) anglosassone del sec. XIX. Deluso dai falsi calcoli del Miller, basati sulle profezie di Daniele, il movimento in un primo momento si sfasciò, ma poi si riprese, formando appunto la Chiesa degli avventisti. Ellen Gould White collaborò in modo decisivo alla formazione del nuovo movimento e a lei si deve l'introduzione della festa del sabato (vetero-testamentaria) donde il nome attuale di avventisti del settimo giorno o sabbatisti, che dal 1861 in poi ebbero una diffusione sempre maggiore soprattutto negli USA sia per il forte spirito organizzativo, sia per la creazione di tipografie e quindi l'utilizzazione della stampa quale strumento di cultura e di proselitismo. La massima valutazione della Bibbia, le dottrine della salvezza per la sola grazia di Cristo, la credenza nel suo prossimo ritorno, il versamento volontario di decime, il rigore morale, l'attività missionaria sostenuta da fondi rilevanti sono punti centrali del movimento degli avventisti del settimo giorno che, radicato nell'America Settentrionale, già nel 1953 aveva 2000 missioni in tutto il mondo e centinaia di case editrici, scuole, cliniche e anche università. Il numero complessivo dei membri è di ca. 5 milioni. In Italia gli avventisti sono arrivati negli anni Venti: le loro comunità contano alcune migliaia di membri.