avvèrbio
sm. [sec. XVI; dal latino adverbíum]. Elemento lessicale invariabile che dà un valore più circostanziato e preciso a un verbo (o a un aggettivo o a un altro avverbio). In relazione al tipo di determinazione che esprimono, gli avverbi si dividono in: avverbio di modo (o qualitativi) che generalmente corrispondono agli aggettivi qualificativi e come essi sono particolarmente vari e numerosi (talvolta anzi aggettivi qualificativi usati nella forma maschile singolare possono assumere valore avverbiale: parlare forte, parlare piano, parlare chiaro);avverbio di luogo come qui, qua, lì, là, altrove, ovunque, ecc.; avverbio di tempo come oggi, ieri, domani, adesso, poi, allora, sempre, ecc.; avverbio di quantità come poco, molto, assai, abbastanza, più, meno, tanto, quanto, ecc.; avverbio di affermazione come sì, davvero, certamente, appunto, ecc.; avverbio di negazione come no, non, giammai, ecc.; avverbio di dubbio come forse, probabilmente, ecc.; avverbi interrogativi come perché, come, ecc. Hanno lo stesso valore degli avverbi le numerose loc. avverbiali costituite da espressioni formate da sostantivo preceduto da preposizione (a torto, a caso, a ragione), da aggettivo preceduto da preposizione (alla buona), da avverbio preceduto da preposizione (di sotto), da aggettivi raddoppiati (bel bello, buono buono), o da espressioni più complesse (a colpo d'occhio, a rotta di collo). La maggior parte degli avverbi di modo si formano in italiano dagli aggettivi con il suffisso -mente (perfettamente, profondamente, fatuamente) e sono propriamente antiche forme ablative latine (perfecta mente, profunda mente, fatua mente). In latino molti avverbi sono ricavati da aggettivi con il suffisso -e (se l'aggettivo è della I-II declinazione: misere da miser, acute da acutus, male da malus, in realtà antiche forme di ablativo che hanno assunto un valore avverbiale), o con il suffisso -ter (se l'aggettivo è della III declinazione: fortiter da fortis, breviter da brevis, acriter da acer). Ma alcuni avverbi latini in origine altro non erano che semplici aggettivi (mordicus, comminus, eminus). In tedesco l'aggettivo (senza desinenze) e l'avverbio hanno la stessa forma: gut (buono e bene), schlecht (cattivo e male); a volte però l'avverbio è anche caratterizzato dal suffisso -lich: sicher (sicuro), sicherlich (sicuramente); schwer (difficile), schwerlich (difficilmente). È interessante notare che questo suffisso -lich è lo stesso che, nella forma -ly, serve a formare gli avverbi inglesi: sweet (dolce), sweetly (dolcemente); slow (lento), slowly (lentamente).