autunno

sm. [sec. XIV; dal latino autumnus].

1) Una delle stagioni dell'anno; nell'emisfero boreale l'autunno comincia il 22 o il 23 settembre (giorno dell'equinozio) e termina il 21 dicembre (giorno del solstizio d'inverno); la sua durata è di 89 giorni e 19 ore. In meteorologia, per autunno si intende, invece, il periodo dell'anno compreso tra il 1º settembre e il 30 novembre. Poiché il termine ha un valore prevalentemente climatologico, le date di inizio e di fine dell'autunno corrispondono, nell'emisfero australe, a quelle della nostra primavera.

2) Fig., l'epoca della vita umana o di una fase storica che ne segna la decadenza e prelude alla fine.

3) Nel linguaggio politico-sindacale si indica, con la loc. autunno caldo, un momento di intense lotte sindacali e contrattuali; in riferimento all'autunno caldo per antonomasia, quel periodo di forti tensioni iniziato nell'agosto-settembre 1969, quando, in coincidenza con la forte protesta giovanile e un'ondata di attentati terroristici, la ripresa della collaborazione tra CGIL, CISL e UIL, dopo anni di divergenze, coinvolse milioni di lavoratori impegnati nel rinnovo dei contratti in grandi scioperi e azioni di protesta. Il momento rivendicativo si prolungò nel 1970, focalizzandosi anche sulla richiesta di veder garantiti i diritti sindacali, richiesta che ebbe una qualche risposta nello Statuto dei lavoratori. L'autunno caldo comportò la perdita di oltre 400 milioni di ore lavorative. Fu comunque in quella situazione di grande mobilitazione che, all'interno delle tre maggiori confederazioni, prese forza l'idea di costituire un sindacato unitario, che proprio alla vigilia del suo costituirsi, venne a cadere di fronte ai tentativi di guida egemonica del Partito Comunista.