assialità

sf. [da assiale]. Organizzazione dello spazio che subordinando la composizione a un asse, reale o concettuale, determina una direzionalità. Spesso si articola e si complica in sistemi assiali paralleli e ortogonali (città sacra di Madurai in India). È principio ordinatore fin dalle più antiche civiltà nelle quali riflette necessità organizzativo-sociali: con valori metafisico-simbolici si ritrova nelle civiltà dell'Oriente (tombe degli imperatori Ming a Pechino) e dell'America precolombiana (Teotihuacán). I Greci non la considerarono unico elemento ordinatore, mentre l'urbanistica romana se ne servì per evidenziare valori monumentali (fori). Il Rinascimento, con i nuovi studi prospettici, ne fece largo uso (sistemazione di piazza del Campidoglio a Roma) e nel Barocco la città venne spesso organizzata secondo questo principio (piano di Sisto V per Roma). La tradizione dell'assialità si rafforzò nell'Ottocento (piano per Parigi); fra gli esempi moderni Brasília e Chandigarh.

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