antimachiavellismo

sm. [anti-2+machiavellismo]. Atteggiamento di avversione alle idee politiche di Machiavelli, spesso però interpretate in modo deformato o superficiale. L'antimachiavellismo nacque con la Controriforma e primo accusatore di Machiavelli fu nel 1542 il vescovo portoghese J. Osorio, che ne segnalò un preteso paganesimo, mentre successivamente il cardinale R. Polo e il domenicano A. C. Politi tacciarono di ateismo ed empietà le tesi sostenute dal segretario fiorentino. Nel 1559 l'opera di Machiavelli fu posta all'indice da Paolo IV e da allora tutti gli scrittori cattolici dei sec. XVI e XVII manifestarono la loro esecrazione, spesso formale e di maniera, per l'immoralità di questo scrittore. L'antimachiavellismo trovò alimento nell'intransigenza religiosa del calvinismo francese e fu espresso particolarmente dai Discours contre Nicolas Machiavel Florentin (1576) di I. Gentillet, dove le cause dei mali della Francia erano riportate all'utilitarismo machiavellico, presunto ispiratore della politica di Caterina de' Medici. Nello stesso anno la République di J. Bodin, seppure ancor carica di antimachiavellismo moralistico, affrontava il problema centrale della scienza politica, che non doveva ridursi a un'“arte” di governo, ma far propria un'esigenza giuridica restauratrice di valori universali. Nel sec. XVII l'antimachiavellismo si nutrì della polemica sulla ragion di Stato. Sostituendo alla religione la fede nella razionalità, anche i sovrani illuminati del Settecento si dichiararono contrari all'empirismo machiavellico, come dimostrò nell'Antimachiavel Federico II di Prussia (1739). Col sec. XIX la polemica si spense, per riprendere nel Risorgimento italiano, dando vita a un dibattito sulle tesi di Machiavelli contro il potere temporale accusato di aver frenato l'unità nazionale (tema già confutato nel tardo Cinquecento da T. Bozio). Superato storicamente questo contrasto, la cultura italiana poneva fine alla diatriba sull'antimachiavellismo, attraverso la riscoperta della più autentica “lezione” di Machiavelli sull'autonomia della politica, approfondita criticamente dal Croce e dalla sua scuola.

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