paganésimo

(meno comune paganismo), sm. [sec. XIV; da pagano].

1) In senso generale, tutte le religioni con le quali il cristianesimo venne in contatto, a eccezione del giudaismo. § Il concetto di paganesimo si dimostra del tutto inadeguato a dar ragione della molteplicità di forme religiose con cui il cristianesimo si è incontrato o scontrato e, se anche si limitasse il discorso al cristianesimo primitivo, ci si troverebbe di fronte a una complessa realtà non schematizzabile, d'interazioni continue tra cristianesimo e religioni antiche. Tuttavia, con un'ulteriore delimitazione, si può almeno considerare il modo in cui, nel cristianesimo degli inizi, fu consapevolmente posto il problema – aperto dalla missione tra i gentili – dell'adesione al cristianesimo da parte dei pagani, cioè dei non giudei. Il Nuovo Testamento documenta l'ampiezza del dibattito e della polemica presenti nel cristianesimo primitivo intorno a questo problema: la posizione conservatrice di parte dei cristiani provenienti dal giudaismo (giudeo-cristiani), che sostenevano la necessità della sottomissione alla Legge ebraica per i convertiti dal paganesimo (pagano-cristiani), si scontrò dapprima e dovette quindi sostanzialmente consentire con quella sostenuta soprattutto da Paolo, che sul fondamento della propria visione teologica negava la legittimità di una distinzione di fondo tra giudei e pagani nell'economia salvifica inaugurata dal Cristo, e dunque la necessità di una giudaizzazione dei pagani convertiti. Il prevalere della posizione paolina significò l'aprirsi della Chiesa cristiana al mondo pagano e il superamento di limitazioni che l'avrebbero portata a non differire da una setta giudaica.

2) Atteggiamento paganeggiante nel pensiero o nella vita morale.

R. Bultmann, Das Urchristentum im Rahmen der antiken Religionen, Zurigo, 1949; H. Kraemer, La foi chrétienne et les religions non-chrétiennes, Neuchâtel, 1956; A. Omodeo, Paolo di Tarso, Napoli, 1956; R. Lane Fox, Pagani e cristiani, Bari, 1991.