antiemorràgico
Redazione De Agostini
agg. e sm. (pl. m. -ci) [anti-2+emorragico]. Farmaco impiegato nella prevenzione e nella terapia delle sindromi emorragiche. Alcuni antiemorragici intervengono nei processi della coagulazione agendo come normalizzatori di meccanismi specifici. Figurano in questa categoria le vitamine K e i derivati sintetici menadione e fitomenadione, sostanze che aumentano la sintesi della protrombina e quindi la sua concentrazione ematica. Altri antiemorragici agiscono con meccanismo vasale, rafforzando la resistenza e l'integrità dei capillari sanguigni. I più importanti protettori dei capillari sono la rutina, l'esperidina, la vitamina C, l'adrenocromo-semicarbazone e i derivati del metil-esculetolo.