anticongiunturale
agg. [sec. XX; da anti-2+congiuntura]. Politica anticongiunturale, complesso di misure di carattere economico volte a contrastare una determinata situazione congiunturale e quindi a ridurre al minimo le fluttuazioni cicliche. Tali misure servono a contrastare non solo i fattori di depressione, ma anche quelli di eccessiva espansione (quale causa di squilibri nel sistema, come tensioni inflazionistiche, disavanzo nella bilancia dei pagamenti, ecc.). Le misure anticongiunturali o anticicliche si dicono stabilizzatori discrezionali se sono adottate dall'autorità statale nel momento in cui si rivela lo squilibrio; stabilizzatori automatici se, pur agendo immediatamente in senso anticiclico, sono state tuttavia adottate per scopi di natura diversa (per esempio di natura sociale). Gli strumenti più importanti di politica anticongiunturale sono quelli discrezionali. Essi possono essere di natura monetaria e creditizia (al fine soprattutto di favorire o frenare gli investimenti e i consumi), di natura fiscale, oppure possono consistere in un'integrazione delle spese private con spese pubbliche anche finanziate in deficit di bilancio (deficit spending or financing). Misure di politica economica che automaticamente servono da freno nelle fasi di espansione mentre agiscono in senso espansivo in quelle di recessione sono l'imposta progressiva sul reddito e l'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione.