adsorbiménto
sm. [sec. XIX; da adsorbire]. Fenomeno per cui un solido, o un liquido, detto adsorbente, può fissare alla sua superficie delle molecole o delle particelle di una soluzione, ovvero delle molecole di gas; la sostanza adsorbita si indica col nome di adsorbato. Si possono distinguere due tipi di adsorbimento: l'adsorbimento chimico o chemioadsorbimento e l'adsorbimento fisico. L'adsorbimento chimico è dovuto a una reazione chimica che si produce tra adsorbente e adsorbato con sviluppo di notevoli quantità di calore (ca. 30 kcal/mole in dipendenza della natura dell'adsorbente e dell'adsorbato); il fenomeno è irreversibile e dà luogo alla formazione di composti chimici tra adsorbente e adsorbato. L'adsorbimento fisico è prodotto dall'azione di forze di non-legame (o di Van der Waals), per cui tra adsorbente e adsorbato non avviene alcuna reazione chimica; il fenomeno è reversibile ed è caratterizzato da modesto sviluppo di calore (5-15 kcal/mole). Quando le molecole dell'adsorbato si dispongono secondo una direzione preferenziale si parla di adsorbimento orientato. L'entità del processo di adsorbimento, e cioè la quantità di adsorbato fissata da una determinata quantità di adsorbente, dipende dalla natura della sostanza adsorbente, da quella dell'adsorbato e dalle condizioni in cui si opera. Poiché l'adsorbimento si produce solo alla superficie delle sostanze adsorbenti, il potere adsorbente di queste è tanto maggiore quanto più finemente sono suddivise; anche l'irregolarità della superficie dei granuli dell'adsorbente ne esalta l'attività. Di conseguenza, hanno influenza decisiva le modalità di preparazione dell'adsorbente: così, mentre polverizzando il normale carbone di legna si ottiene un prodotto di modesto potere adsorbente, si ottiene invece un prodotto attivissimo carbonizzando con adatti reagenti chimici a caldo, per esempio, i gusci di mandorle, i noccioli di pesche e di olive, ecc. Il potere adsorbente di una determinata sostanza varia anche con la natura dell'adsorbato: il platino o il palladio metallici finemente suddivisi possono adsorbire quantità di idrogeno pari anche a 1000 volte il loro volume, mentre assai minore è il loro potere adsorbente nei confronti di altri gas. Per descrivere quantitativamente il processo dell'adsorbimento si usano i metodi delle isobare e delle isoterme; quest'ultimo è generalmente preferito perché è più agevole procedere sperimentalmente in un sistema isotermico. Le isoterme, che possono essere ottenute sia per via teorica che empirica, rappresentano l'entità dell'adsorbimento indicando la quantità della sostanza adsorbita, a temperatura costante, al variare della pressione parziale dell'adsorbato. Il fenomeno dell'adsorbimento ha importanza fondamentale nei processi di catalisi eterogenea; importantissime sono anche molte sue applicazioni, tra cui la chiarificazione dei vini e di molte altre soluzioni. Quali materiali adsorbenti si usano in questi casi, oltre al carbone vegetale prima citato, il carbone d'ossa, la farina fossile, la bentonite, ecc.