Zurìgo (città)
Indice(Zürich). Capitale del cantone di omonimo (Svizzera), 409 m s.m., 347.517 ab. (stima 2006), l'agglomerato urbano 1.101.710 ab. (stima 2006).
Zurigo. Veduta dell'interno della Borsa.
De Agostini Picture Library/F. Giaccone
Zurigo. La funicolare che sale all'Università .
De Agostini Picture Library/F. Giaccone
Zurigo. Una vetrina di una gioielleria lungo la famosa Bahnhofstrasse.
De Agostini Picture Library/F. Giaccone
Generalità
Situata sulla sponda nordoccidentale del lago di Zurigo, all'uscita da esso del fiume Limmat, che nel centro cittadino riceve da sinistra il Sihl. La città antica è attraversata dalla Bahnhofstrasse. Alla destra della Limmat si estende la città moderna e residenziale. È la città più popolosa ed economicamente più importante del Paese, grande centro commerciale, finanziario, assicurativo e uno dei maggiori centri culturali d'Europa. Vi hanno sede numerosi istituti bancari, tra cui la Banca nazionale svizzera, varie compagnie di assicurazioni di risonanza internazionale, un'Università (1833), un Politecnico, un'Accademia musicale e numerosi musei. Favorita da un'ottima rete di comunicazioni stradali e, poi, ferroviarie, Zurigo ha sviluppato dapprima l'industria tessile, che alla fine del sec. XVIII occupava ben un quarto dell'intera popolazione. Vi nacquero il pittore Johann Heinrich Füssli (1741-1825), il pedagogista Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827), lo psichiatra e psicanalista Hermann Rorschach (1884-1922) e lo scrittore e drammaturgo Max Frisch (1911-1991).
Storia
La regione settentrionale del lago di Zurigo fu popolata già nel Neolitico e poi dagli Elvezi (sec. V a. C.). Al sec. I a. C. risale la fondazione del centro celtico-romano di Turicum, che crebbe nel sec. III in seguito all'insediamento degli Alemanni nella regione. Lo sviluppo della città si ebbe a partire dal sec. X, grazie alle fiorenti attività commerciali e artigianali. Ottone di Frisinga (sec. XI) la designò tra le principali città della Germania meridionale. La città, affidata ai conti di Lenzburg (sec. X-XI) e poi ai duchi di Zähringen, fu da Federico II di Svevia posta alle dirette dipendenze imperiali. Conquistata l'autonomia nel 1262, la città fu governata da un'oligarchia mercantile e finanziaria fino al 1336, quando la rivolta delle corporazioni artigiane portò a una ristrutturazione del governo cittadino, in cui fecero l'ingresso i rappresentanti dei nobili e delle corporazioni. In politica estera la città oscillò fra un atteggiamento filoasburgico (il mercato austriaco assorbiva i prodotti dell'industria tessile cittadina) e la collaborazione con i cantoni svizzeri: del 1351 è l'alleanza perpetua tra Zurigo e i quattro cantoni della foresta. La prevalenza politica degli artigiani minori determinò un più netto orientamento svizzero della città, che intanto (sec. XIV e XV) si costruì intorno un vasto dominio territoriale. Alla metà del sec. XV l'espansionismo di Zurigo si scontrò con quello di Schwyz. Alleata agli Asburgo, Zurigo fu ripetutamente sconfitta dalla Confederazione svizzera, cui si unì definitivamente con il trattato di pace del 1450. Risollevatasi, partecipò alle guerre di Borgogna e alle spedizioni in Italia, diventando il centro politico e diplomatico della Confederazione. La predicazione di H. Zwingli fece di Zurigo il principale focolaio della Riforma in Svizzera. Dopo la sconfitta subita a Kappel a opera dei cantoni cattolici (1531), Zurigo si tenne fuori dalle guerre di religione e accolse un gran numero di protestanti sia dagli altri cantoni svizzeri, sia dalla Francia. Fu proprio questa immigrazione che pose le basi per il suo grande sviluppo industriale nel sec. XVIII, quando Zurigo dovette confrontarsi con la ribellione delle campagne. Il conflitto impedì a Zurigo di contrastare l'invasione francese del 1798. La lotta delle campagne zurighesi continuò anche nell'Ottocento e soltanto nel 1831 – dopo che si fu affermata l'industria tessile meccanizzata nelle campagne – una riforma costituzionale abolì gli ultimi privilegi feudali. Nel 1859 venne promulgata la prima legge sulle fabbriche e lo sviluppo della rete ferroviaria fece di Zurigo fin dalla metà del sec. XIX il maggior centro commerciale e industriale della Svizzera orientale.
Arte
Il monumento più antico della città è il Grossmünster, fondato intorno all'875; alcune parti (coro, cripta) del sec. XII seguono lo schema del duomo di Spira, mentre le navate e la decorazione (prima metà del sec. XIII) sono di tipo lombardo, ispirate alla chiesa di sant'Ambrogio a Milano; le torri sono gotiche. All'età carolingia risale anche la fondazione del convento femminile di Fraumünster; la chiesa fu ricostruita nei sec. XIII-XIV in stile romanico-gotico e dal 1970 vi si trovano delle vetrate di M. Chagall. Fra gli edifici religiosi vanno pure ricordate la chiesa domenicana Predigerkirche (sec. XIII, rifatta in età barocca) e la tardogotica Wasserkirche (sec. XV); fra quelli civili il municipio secentesco, il Politecnico di G. Semper (1861-64), la Kunsthaus (1909-10) e l'Università (1911-14) di K. Moser. Assai caratteristiche sono le numerose case borghesi dei sec. XV-XVIII e gli edifici che ospitavano le corporazioni (casa Rüden, gotica; casa “zur Meise”, rococò ecc.). Tra gli edifici moderni: la Bahnhof Stadelhofen (1896), a cui è stata aggiunta dal 1990 una struttura disegnata dall'architetto spagnolo S. Calatrava; il Wolkenbügel di A. Herczog e E. Hubeli; la Le Corbusier Haus. § Nel 1763, Salomon Gessner fondò a Zurigo una manifattura di porcellana che fu attiva sino al 1791. Dopo una produzione iniziale di porcellana tenera, la fabbrica si orientò decisamente verso quella dura con cui vennero creati pregevoli pezzi in stile rococò, decorati con i consueti motivi ispirati all'Oriente oppure con fiori naturalistici dai toni molto delicati. La produzione di statuette si distingue per un carattere di fresca spontaneità. § Assai importante è il Museo Nazionale Svizzero, che raccoglie materiale dalla preistoria al sec. XIX. La Kunsthaus (Casa delle Arti) raccoglie collezioni di pittura, scultura e grafica dal Medioevo a oggi; notevoli le opere di J. M. Füssli, A. Böcklin, A. Giacometti e quelle d'arte antica (un rilievo da Persepoli, bronzetti etruschi ecc.). Il Museo Rietberg è dedicato all'arte orientale e precolombiana, mentre al Museo del Design si trovano lavori (dal sec. XV a oggi) grafici e opere di artigianato tra cui una preziosa serie di tessuti copti. La Fondazione E. G. Bührle, una delle collezioni private più importanti in Europa, raccoglie soprattutto opere di impressionisti e postimpressionisti francesi (Renoir, Monet, Manet). Il Museo Coninx possiede una vasta collezione di disegni e stampe dei sec. XVI-XX, di opere di artisti svizzeri dell'Ottocento e del Novecento e di arte buddista e hindu.
Spettacolo
Nel 1624 un rigido divieto di J. J. Breitiger, capo della Chiesa locale, troncò bruscamente una lunga tradizione di rappresentazioni sacre e profane a carattere popolare. L'attività teatrale riprese solo nel 1730, ma sino alla fine del secolo rimase un fatto occasionale. Fu solo nel 1801, sotto il dominio napoleonico, che la situazione cominciò a cambiare: si costruirono teatri e presero a svolgersi regolari stagioni di prosa e di lirica, generalmente al livello di onesti teatri provinciali tedeschi. Fu l'avvento del nazismo, e la conseguente emigrazione in Svizzera di molti teatranti di primo piano, che fece di Zurigo una delle capitali della scena europea. Lo Stadtheater, inaugurato nel 1891, ebbe così la ventura di varare in prima assoluta opere fondamentali come Lulu di A. Berg e Mathis der Mahler di P. Hindemith. E lo Schauspielhaus, sorto nel 1926, divenne dal 1938, sotto la direzione di O. Wälterlin, l'unico teatro europeo che ancora allestisse i testi dei maggiori autori tedeschi costretti all'esilio (B. Brecht soprattutto, ma anche G. Kaiser, C. Zuckmayer e altri). Contemporaneamente impose i due maggiori autori svizzeri del secolo, M. Frisch e F. Dürrenmatt, mantenendo la sua posizione di prestigio anche dopo la fine del nazismo, grazie a un'intelligente politica di repertorio, aperta alle più nuove tendenze della drammaturgia e dello spettacolo. Dal 1951 esiste anche un importante Theater am Neumarkt, specializzato in spettacoli d'avanguardia. E dal 1936 si svolge regolarmente ogni anno a giugno un festival internazionale della prosa e della lirica.
Economia
Capitale economica del Paese, la città basa la sua economia soprattutto sul settore dei servizi (bancari, finanziari, assicurativi e commerciali), tra i maggiori in Europa. Principale piazza del mercato dell'oro, la città è anche meta di un cospicuo flusso turistico, culturale e d'affari, sostenuto da ottime strutture ricettive. Notevoli sono anche le attività industriali, in cui il comparto trainante è divenuto quello meccanico, affiancato da una vasta gamma di altre produzioni (chimiche, cementiere, cartarie, grafico-editoriali, alimentari, elettriche, elettroniche, tessili e dell'abbigliamento). La distribuzione territoriale dell'industria è stata pianificata razionalmente, in modo da non interferire con le funzioni residenziali e terziarie. Aeroporto internazionale a Kloten.