Yamato-e
(propr., pittura nazionale; da Yamato, nome originario del Giappone, ed e, pittura). Termine giapponese apparso per la prima volta in un testo letterario del 999, che designava, nelle arti figurative del Giappone Heian, una tendenza culturale nuova, che, pur evolvendosi nell'ambito della tradizione pittorica cinese (kara-e), da questa si affrancava e progressivamente si differenziava per scelte tematiche e mezzi espressivi, dando così origine, tra il sec. IX e il sec. X, alla formazione di uno stile autonomo. L'espressione pittorica costituì l'aspetto più tangibile della nuova cultura nazionale, accanto a quello che segnò lo sviluppo dell'alfabeto sillabico giapponese (kana), del quale fu precursore Ono-no-Michikaze con un “rescritto imperiale” del 927. Sviluppatasi nell'ambiente di corte, l'arte Yamato-e si manifestò inizialmente attraverso l'opera di alcuni maestri, attivi nei sec. IX-X nell'“ufficio di pittura” (Edokoro) imperiale, tra i quali furono Kose no Kanaoka e suo figlio Kose no Omi, capostipiti della cosiddetta “scuola Kose”. I dipinti del primo periodo assolsero a funzioni decorative nei grandi formati per byobu e fusuma, elementi divisori tipici dell'architettura shinden-zukuri. I principali temi svolti dallo Yamato-e andavano dalle “pitture delle quattro stagioni” (shiki-e) e dalle “pitture dei luoghi famosi” (meisho-e) alle “scene di costume e di genere” e ai “ritratti commemorativi”, fino alle serie dei “racconti” o delle “biografie” (monogatari-e). Dopo la produzione di queste grandi pitture, ancora legate ai modi dell'arte cinese e di cui si hanno rare testimonianze (Padiglione della Fenice nel Byōdōin di Uji), lo stile Yamato-e trovò la sua più caratteristica espressione nei rotoli dipinti (emakimono), attraverso i quali realizzò la sintesi tra pittura, letteratura e calligrafia. La scuola che maggiormente incarnò gli ideali e i fondamenti dello stile Yamato-e fu quella degli artisti Tosa, che evolsero il linguaggio dei maestri Kasuga e Fujiwara e continuarono la tradizione Yamato-e, con fortune alterne, fino al sec. XIX, grazie soprattutto al contributo di artisti di altre scuole (Kanō e Sōtatsu-Korin). Lo spirito e non poche convenzioni dell'arte Yamato-e sopravvissero anche dopo l'affermarsi delle tendenze moderne della cultura figurativa giapponese, aperta alle influenze occidentali.