Weiss, Peter
Indicescrittore e drammaturgo tedesco (Nowawes, Berlino, 1916-Stoccolma 1982). Emigrò in Inghilterra, Cecoslovacchia, Svizzera e infine in Svezia, dove si fece un nome come grafico e cineasta sperimentale. Nel 1962 si stabilì a Berlino. Autore di deciso impegno politico e sociale, Weiss debuttò col “microromanzo” Der Schatten des Körpers des Kutschers (1960; L'ombra del corpo del cocchiere), dove la sperimentazione tecnica si avvicina a quella del roman du regard: la realtà è vista scrupolosamente dall'esterno come allineamento di oggetti in sé. Meno originali sono gli autobiografici Abschied von den Eltern (1961; Congedo dai genitori) e Fluchtpunkt (1962; Punto di fuga). Come drammaturgo Weiss acquistò grande notorietà con un lavoro dichiaratamente marxista, tra i più significativi degli anni Sessanta del XX sec.: Die Verfolgung und Ermordung Jean Paul Marats, dargestellt durch die Schauspielgruppe des Hospizes zu Charenton unter Anleitung des Herrn de Sade (1964; La persecuzione e l'assassinio di J. P. Marat, rappresentati dai filodrammatici dell'ospizio di Charenton sotto la guida del signor de Sade) – noto anche come Marat-Sade – da cui fu tratto un film (1966): dell'evento del 1808 J. P. Marat è, oltre che protagonista, commentatore, secondo i canoni del teatro epico brechtiano cui intende rifarsi. All'intelligenza storica di Marat, simbolo del collettivismo rivoluzionario, si oppongono il cinico individualismo e la sublime crudeltà di de Sade. In Die Ermittlung (1965; L'istruttoria) Weiss fa un collage di protocolli di processi antinazisti del dopoguerra, sottolineando i legami tra la realtà di ieri e quella di oggi, e in Gesang vom lusitanischen Popanz (1967; Cantata del fantoccio lusitano) prende posizione contro la politica coloniale del Portogallo. La storia presente gli offrì spunto, nel 1968, a un discorso sulla violenza nel Vietnam, che ebbe molta risonanza. Al dramma vero e proprio Weiss tornò con Trotzki in Exil (1970; Trotzkij in esilio) e Hölderlin (1971 e 1975). Del 1975 è il romanzo Ästhetik des Widerstands (Estetica dell'opposizione).
O. F. Best, P. Weiss. Vom Existentiellen Drama zum Marxistichen Welttheater, Berna-Monaco, 1971; Th. A. Kamla, Remobilization from the Left: Weiss' Vietnam Discourse, in “Modern Drama”, 18, 1975; A. Pasinato, Invito alla lettura di Peter Weiss, Milano, 1980.