Vita è sógno, La-
(La vida es sueño). Commedia “filosofica” e auto sacramentaldi P. Calderón de la Barca. Celeberrima la prima (pubblicata nel 1635), specie dopo il “rilancio” romantico, e molto meno noto il secondo, composto una quarantina d'anni più tardi, affrontano, in modi interamente diversi, i più grandi temi cari al grande poeta barocco, e in particolare quello della libertà umana, alla luce dei dogmi della caduta, della redenzione e della predestinazione. La commedia si svolge sul piano “naturale”: il re Basilio, liberando il figlio Sigismondo tenuto prigioniero nella torre, sa che ne scatenerà la furia “animale” omicida; e il rinsavimento del principe avviene grazie alla ragione, ammaestrata dall'urto violento con la realtà, “soluzione che non esce dall'ambito di una intuizione filosofica” (Orioli). Nell'auto sacramental l'uomo, che è stato definito “una sintesi della storia teologica dell'umanità” (Valbuena Prat), caduto per il peccato originale, è ripristinato nel suo rango sovrano per mezzo della Redenzione; il “sogno della vita” è qui il sogno del peccato, e la teologia conferma, a ben più alto livello, la filosofia. Nel dramma come nell'auto il sommo poeta cristiano raggiunge un autentico vertice di verità ed efficacia drammatica. Numerose le rappresentazioni, non soltanto in Spagna, ma in Germania, in Francia e altrove. In Italia un rilevante interprete di Sigismondo è stato R. Ricci nel 1939.