Vignòla (Mòdena)

comune in provincia di Modena (22 km), 125 m s.m., 22,90 km², 25.717 ab. (vignolesi), patrono: santi Nazario e Celso (13 ottobre).

Centro situato sul fiume Panaro. Ricordato in un documento nonantolese dell'826, un secolo dopo fu soggetto ai vescovi di Modena che nel 1227 ne cedettero la giurisdizione al comune della città. Nei sec. XIII e XIV fu più volte assediato e occupato dai bolognesi: nel 1247 re Enzo ne incendiò il castello, ricostruito poi da Gherardo de' Grassoni, i cui discendenti esercitarono il dominio sul territorio fino al 1336. Passò poi agli Estensi fino a quando (1401) venne donato da Niccolò III alla famiglia dei Contrari, che lo tenne fino all'estinzione del casato (1575). Passò quindi ai Boncompagni che ne rimasero signori fino al 1796, quando furono spogliati del feudo, mantenendo però il possesso della rocca.§ La rocca, complesso fortificato di origine medievale tra i più importanti della regione, con l'alta torre nonantolana e torrioni angolari, ebbe l'aspetto attuale nei sec. XIV-XV; la cappella e alcune sale conservano affreschi e decorazioni dell'epoca. Il palazzo Boncompagni fu edificato (1566-67) su disegno di Iacopo Barozzi, detto il Vignola, che qui nacque (1507-1573). Nei dintorni sorge la pieve, di antica origine, con absidi romaniche. Nell'Archivio Storico sono conservati documenti a partire dal 1320.§ L'agricoltura produce frutta (tipiche le ciliege e le susine), ortaggi, uva da vino, cereali, foraggi (cui si lega un importante mercato-borsa dei prodotti ortofrutticoli) e si pratica florovivaismo. Vi si affiancano l'allevamento (bovini, suini) e l'industria, attiva nei settori alimentare (caseifici, lavorazione della carne e dei salumi), tessile, metalmeccanico (biciclette, macchine utensili e agricole), cartario, poligrafico, dell'arredamento, del legno e dei materiali da costruzione. È zona di produzione del tradizionale aceto balsamico di Modena.§ Vi nacque lo storico Ludovico Antonio Muratori (1672-1750).