Videla, Jorge Rafael
uomo politico argentino (Mercedes 1925-Buenos Aires 2013). Comandante in capo dell'esercito dal 1975, nel marzo 1976 destituì con un colpo di Stato la presidentessa M. E. Perón. Grazie all'appoggio delle forze armate, quindi, Videla veniva nominato presidente dell'Argentina, rimanendo in carica fino al 1981. Nel 1983 veniva ufficialmente incriminato dal nuovo presidente, R. Alfonsín, per i delitti commessi durante il suo mandato. Riconosciuto colpevole e condannato all'ergastolo nel 1985, cinque anni dopo beneficiava dell'indulto del presidente C. S. Menem. Nel giugno del 1998, Videla veniva nuovamente arrestato per sottrazione di minori, un reato che la grazia non aveva cancellato. L'ex dittatore durante il suo regime aveva, infatti, consentito che i figli dei "desaparecidos" fossero affidati in adozione illegale ai membri dell'esercito. I procedimenti giudiziari nei confronti di Videla, comunque, non erano ancora finiti: l'ex dittatore già posto agli arresti domiciliari e nel 1999 veniva incriminato dal giudice spagnolo B. Garzon per genocidio. Nel 2001 veniva condannato all'ergastolo per la sua presunta partecipazione al Piano Condor, il patto che univa le giunte militari sudamericane degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso nella lotta contro i loro oppositori.