Viazzi, Cesare
pittore (Alessandria 1857-Predosa 1943). Esordì a Roma nel 1883 con Il Beccaio, composizione fortemente emotiva di stile verista in cui è già presente il riferimento colto alla grande pittura che caratterizzerà la sua successiva produzione. Dopo il periodo naturalista (Il giorno di S. Bovo, 1884, Case sul fiume, 1889) si riscontra nei suoi dipinti una pittura che richiama Böcklin (Il centauro e pomona, 1899), una consonanza formale con i preraffaelliti (Candidissima uti lilia, 1906) e una predilezione per la resa del mistero e dell'indistinto che è di marca decisamente simbolista (Fuochi fatui, 1907). Le grandi allegorie (L'invocazione delle fertilità, La caccia di Diana, Le Sirene) attualizzano i miti e sublimano la crudezza positivista trasformando le fantasie in un mondo pittoricamente consistente. Per tredici anni fu docente presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e dal 1908 si dedicò alla critica d'arte, collaborando con prestigiose gallerie europee e statunitensi.