Ulà Tirso
Indicecomune in provincia di Oristano (42 km), 348 m s.m., 18,76 km², 634 ab. (ulesi), patrono: sant’ Andrea (30 novembre).
Centro situato alla sinistra del fiume Tirso. Forse di origine nuragica, nel Medioevo (sec. XI-XV) fece parte del Giudicato d'Arborea. Dopo la conquista aragonese (1478) fu incorporato nel feudo di Neoneli, di cui seguì le sorti fino all'abolizione del regime feudale (1839). Si chiamò Ula fino al 1870.§ Nel borgo, caratterizzato dalle numerose case antiche in trachite rossa, sorge la parrocchiale di Sant'Andrea, iniziata nel 1628 e completata nel sec. XVIII. La chiesa, che unisce elementi decorativi tardogotici e barocchi, presenta una facciata rettangolare merlata, aperta da un portale ogivale e da un singolare rosone. La fiancheggia un alto campanile di struttura cinquecentesca, completato in epoca successiva con cupoletta. Si ricordano, inoltre, la chiesa di Santa Croce e, quella di Santa Chiara presso l'omonima frazione. Il territorio è ricco di testimonianze neolitiche di grande interesse.§ L'economia si basa sull'agricoltura, che produce olive, agrumi e uva (vini DOC). Si praticano l'allevamento bovino, ovino, caprino e suino, le attività di sfruttamento dei boschi (legname) e la lavorazione artigianale del legno e del ferro.