Ozièri
Indicecomune in provincia di Sassari (49 km), 390 m s.m., 257,30 km², 11.334 ab. (ozieresi), patrono: sant’ Antioco (13 novembre).
Generalità
Centro del Logudoro, disposto ad anfiteatro in una conca formata dalle colline che delimitano a SE la Piana di Chilivani. Il centro storico si sviluppa in forte pendenza e per questo molte delle abitazioni presentano la singolare caratteristica di contare quattro o cinque piani sulla facciata e uno solo sul retro. È sede vescovile.
Storia
Durante il Neolitico finale il sito vide lo sviluppo di una delle più interessanti culture prenuragiche sarde, detta appunto “di Ozieri” (o “di San Michele”, dal nome della grotta in cui è stato rinvenuto il maggior numero di reperti), che dominò la vita dell'isola nel III-II millennio a. C. Abitato anche in epoca nuragica, non vi è invece documentato, pur se probabile, lo stanziamento punico e romano. Dal sec. XI Othieri fece parte della curatoria di Montacuto (compresa nel Giudicato di Torres), di cui divenne capoluogo nella prima metà del sec. XIV, dopo il passaggio ai giudici d'Arborea. Conquistato dagli Aragonesi (1417), che nel 1421 lo diedero in feudo ai Centelles, decadde sotto la loro dominazione e poi sotto quella spagnola. Ripresosi dopo il passaggio al Piemonte, nel 1803 divenne sede della ricostituita diocesi di Bisarcio e, fra il 1807 e il 1860, fu capoluogo di provincia.
Arte
Tracce dell'edilizia religiosa gotico-aragonese si trovano nella neoclassica cattedrale, che incorpora nel transetto resti della costruzione cinquecentesca e conserva, nella sagrestia, il polittico della Madonna di Loreto, opera del Maestro di Ozieri (sec. XVI). Un crocifisso ligneo trecentesco è nella chiesa di Santa Lucia. Tra i monumenti di maggiore interesse è da ricordare la fonte Grixoni (sec. XIX), in marmo bicromo, costruita dove già nel Cinquecento sorgeva la fontana principale dell'abitato. L'ex convento delle Clarisse, dedicato a San Francesco (sec. XVII), ospita il Museo Civico Archeologico, che comprende una sezione prenuragica, una nuragica, una storica (con materiale romano, medievale e rinascimentale) e una numismatica. Il paese è sede, inoltre, del singolare Parco-Museo di Scultura Contemporanea all'Aperto “La pietra e il ferro”, una sorta di cantiere permanente dove sono state realizzate numerose opere da artisti contemporanei.
Economia
L'agricoltura produce cereali, olive, uva da vino (cannonau di Sardegna DOC), ortaggi e foraggi; si pratica l'allevamento bovino e ovino. L'industria è attiva soprattutto nei settori alimentare, dei materiali da costruzione e dei serramenti. È fiorente il commercio.
Curiosità e dintorni
Nella seconda metà di settembre si tiene la Fiera dell'Artigianato, del Commercio e dei Servizi. Fra le numerose testimonianze preistoriche della zona è la grotta di San Michele: composta da una sala d'accesso e da una serie di gallerie e cunicoli, fu probabilmente un luogo sacro destinato alla sepoltura di dignitari. Nel territorio si trova anche uno fra i più importanti monumenti dell'architettura medievale in Sardegna, la basilica di Sant'Antioco di Bisarcio, ricostruita alla metà del sec. XII sulle strutture di una chiesa risalente al Mille.
Preistoria
Nei monti intorno all'abitato è situata la grotta di S. Michele ai Cappuccini dalla quale prende nome un importante complesso culturale (facies di S. Michele Ozieri) della Sardegna preistorica risalente al Neolitico finale. L'aspetto culturale di Ozieri, presente con numerosi siti che attestano una crescita demografica in tutta l'isola, è caratterizzato da una ceramica decorata con elaborati motivi geometrici che, assieme alle numerose statuette, tradisce un'evidente influenza dell'area egea orientale. In un momento tardo compaiono, accanto all'elaborata industria litica su selce e su ossidiana, i primi manufatti metallici. Di estrema importanza e complessità è il mondo rituale e culturale delle genti di Ozieri, testimoniato, oltre che dall'architettura delle domus de janas (tombe ipogee), dal santuario di Monte d'Accoddi nei dintorni di Sassari.