Tun-huang
(anche Tunhwang). Antica città della Cina (Gansu) al confine con la Serindia, dove si congiungevano le grandi strade carovaniere dei percorsi nord e sud del bacino del Tarim. A Tun-huang, importante stazione commerciale e militare, ebbe una grande fioritura l'arte del buddhismo, che qui assunse, dopo iniziali influssi della civiltà del Gandhāra, l'impronta dell'arte cinese T'ang, dal punto di vista sia stilistico sia iconografico. L'arte del buddhismo del Grande Veicolo (Māhāyana) è documentata da un grandioso complesso di pitture murali e altre mobili che decoravano i santuari rupestri scavati in una serie di 486 grotte a ca. 30 km dalla città di Tun-huang. Tale complesso monastico, noto anche con il nome di Ch'ien fo t'ung (Grotta dei mille Buddha), fu costruito nell'arco di circa un millennio, dal 336 ca. al sec. XIV; il periodo artisticamente più importante è concentrato nel sec. VIII, in cui maggiore fu il contributo dell'arte cinese T'ang. Nelle pitture murali e in quelle mobili costituite da stendardi di tessuto (tankha), dove maggiore appare la componente della tradizione centrasiatica (alcune, ritrovate nel sec. XIX in un luogo murato risalente al sec. XI, sono attualmente nel Musée Guimet a Parigi e nel British Museum a Londra), il pantheon buddhistico con i suoi numerosi Buddha e Bodhisattva ha la sua più alta e ricca documentazione, che ha interessanti riscontri anche nell'espressione scultorea, soprattutto con la statuaria dell'arte dei Wei, che integrava l'immagine plastica a quella pittorica, e con la scultura a tutto tondo del periodo T'ang.