Thackeray, William Makepeace
Indiceromanziere inglese (Alipur, Calcutta, 1811-Londra 1863). Figlio di un impiegato dell'East India Company, ebbe infanzia difficile e solitaria. Abbandonò gli studi forensi nel 1833 e si trasferì quindi a Parigi, dove studiò disegno, pubblicando (1836) il libretto di caricature Flore et Zéphir. Ritornato in patria, attraversò un periodo molto precario, anche per la scarsa eco destata, almeno all'inizio, dalla serie di articoli, saggi, storie e bozzetti pubblicati, sotto vari pseudonimi, sul Fraser's Magazine, sul New Monthly Magazine e quindi su Punch, cui collaborò dal 1842 al 1854. In queste opere predomina una nota umoristico-satirica che troppo sovente scade nel predicatorio e nel moraleggiante: The Yellowplush Papers (1837-38; Il carteggio Yellowplush), la raccolta The Paris Sketchbook (1840; Schizzi di Parigi), un gruppo di romanzi – tra cui il parodistico Catherine (1839-40) e il patetico The Great Hoggarty Diamond (1841; Il grande diamante Hoggarty) – e l'aspro The Book of Snobs (1848), che riunisce bozzetti satirici già apparsi su Punch. Con The Luck of Barry Lyndon (1844; Le memorie di Barry Lyndon), imperniato sul motivo della smitizzazione del criminale romantico, inizia la fase maggiore di Thackeray, che raggiunge il suo culmine con Vanity Fair (1847-48; La fiera delle vanità). A questa famosa storia di un'arrampicatrice sociale – il capolavoro dello scrittore – fecero seguito altri romanzi di successo: The History of Pendennis (1848-50), vasto affresco di vita contemporanea, The History of Henry Esmond (1852), ambientato nel sec. XVIII e che venne continuato poi in The Virginians (1857-59), e The Newcomes (1853-55; tr. it. La famiglia Newcome). Dello stesso periodo sono anche alcune opere burlesche (A Legend of the Rhine, 1845; Rebecca and Rowena, 1850), vari racconti e fiabe (tra cui The Rose and the Ring, 1855; La rosa e l'anello) e una serie di poesie di carattere prevalentemente comico (è rimasta famosa la Ballad of Bouillabaisse, 1849). Tra il 1852 e il 1856 fece alcuni giri di conferenze in Inghilterra e negli Stati Uniti e nel 1860 divenne direttore del Cornhill Magazine, per il quale scrisse i suoi ultimi e alquanto stanchi romanzi (The Adventures of Philip, 1861-62) e i bei saggi The Roundabout Papers (1860-63; Del più e del meno). Ai suoi tempi equiparato a Dickens, Thackeray è stato oggi ridimensionato come tipico esponente di quel “compromesso vittoriano” che pervade i suoi ampi affreschi sociali di un'evidente ansia moralistica.
Bibliografia
Y. J. Greig, Thackeray: a Reconsideration, Oxford, 1950; G. N. Ray, The Buried Life, Cambridge (Massachusetts), 1952; G. Tillotson, Thackeray the Novelist, Cambridge, 1954; G. N. Ray, Thackeray: the Uses of Adversity, New York, 1955; L. Brander, Thackeray, Londra, 1959; I. M. Williams, Thackeray, Londra, 1968; J. G. Wilson, Thackeray in the United States, 2 voll., New York, 1969; H. Levin (a cura di), Veins of Humour, Cambridge (Massachusetts), 1972; L. M. Beckett, An Historical Approach to Thackeray, Londra, 1981.