Strano interlùdio

(Strange Interlude), dramma in 9 atti dello statunitense E. O'Neill, rappresentato nel 1928 a New York dalla Theatre Guild, protagonista L. Fontanne. Caratterizzano il testo l'inusitata lunghezza e il ricorso sistematico alla tecnica del monologo interiore: i personaggi interrompono continuamente l'azione per esprimere ad alta voce i propri segreti pensieri. Lo “strano interludio” del titolo è la vita di una donna attraverso i suoi drammi e i suoi uomini: il giovane morto in guerra al quale non aveva voluto concedersi, il marito stimato ma non amato, l'amante al quale dà un figlio non potendo averne dal marito, l'asessuato amico di sempre. Più che per le innovazioni tecniche, il dramma conserva interesse come studio psicologico con evidenti apporti della lezione freudiana. Ne è stato tratto un film nel 1931 da R. Z. Leonard con N. Shearer. In Italia hanno interpretato Nina Leeds, la protagonista, A. Pagnani (regia di E. Giannini) e V. Fortunato (regia di G. Sbragia). Curiosamente, la commedia viene inoltre citata nel bellissimo film C'eravamo tanto amati di E. Scola, quando la protagonista Luciana, interpretata da S. Sandrelli, utilizza la tecnica della sospensione per fare innamorare l'infermiere N. Manfredi.

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