Strand, Paul
fotografo e cineasta statunitense (New York 1890-Orgeval, Yvelines, 1976). Allievo di A. Stieglitz, contribuì come pochi a far della fotografia un'arte. Egualmente importante fu il suo apporto al cinema, cui si accostò una prima volta col documentario d'avanguardia Mannahatta (1921, con Ch. Sheeler). Nel 1933-34, in Messico, fu il principale artefice di Redes e negli USA, dopo aver fotografato The Plow that Broke the Plains (1936) di P. Lorentz, quale presidente della Frontier Films raccolse attorno a sé i migliori talenti della “scuola di New York” e del documentarismo americano. In collaborazione con L. Hurwitz, dopo aver montato Heart of Spain (1937) sull'opera del medico canadese N. Bethune che visse a fianco dei repubblicani spagnoli realizzando un nuovo metodo per la trasfusione sanguigna, elaborò, fotografò e diresse il film Native Land (1938-41) che di quel movimento rappresentò l'approdo ideologico e il vertice artistico. Nel 1940 pubblicò il primo album, The Mexican Portfolio, nel 1945 gli fu dedicata dal Museo d'arte moderna di New York una mostra relativa a trent'anni (1915-45) di attività fotografica. Esule nel dopoguerra in Francia a causa del maccartismo, testimoniò in una serie di album con testi di scrittori il suo interesse di “cittadino del mondo” per diversi Paesi e per la loro umanità: Time in New England (1950), La France de profil (1952), Un paese (1955) su Luzzara con testo di C. Zavattini, Tir a'Mhurain-Outer Hebrides (1962), Living Egypt (1969), Ghana, an African Portrait (1975). Una grande mostra retrospettiva (1915-68) lo ha nuovamente onorato negli USA per iniziativa dei Musei di Filadelfia, Saint Louis, Boston, Los Angeles e altri, con una poderosa monografia edita nel 1971.