Stagnelius, Erik Johan
poeta svedese (Gärdslösa, Öland, 1793-Stoccolma 1823). Fu tra i maggiori rappresentanti del romanticismo svedese anche se fu isolato da ogni scuola e corrente e visse solitario, dedito all'alcol e all'oppio, quasi ignorato dai contemporanei. Le sue poesie, scritte durante un decennio e pubblicate in gran parte soltanto dopo la sua morte, muovono da un'educazione classica (Ovidio, Orazio, Properzio) per accogliere gli influssi di romantici francesi (F.-R. de Chateaubriand) e tedeschi in una singolare mescolanza di esasperato erotismo e di tormentata religiosità, di neoclassicismo e di goticismo. Tra le opere pubblicate da Stagnelius: la raccolta di versi I gigli di Saron (1821), l'epopea Vladimiro il Grande (1817) e due drammi in versi, I martiri (1821) e Le baccanti (1822).