Stòro
Indicecomune in provincia di Trento (71 km), 409 m s.m., 62,88 km², 4439 ab. (storesi o settaurensi), patrono: san Floriano (4 maggio).
Centro alla sinistra del fiume Chiese. Di origine molto antica, fu vicus romano. Nel Medioevo, pur appartenendo ai principi-vescovi di Trento, costituì una piccola repubblica autonoma tra i feudi dei conti di Lodrone e nel 1480 ebbe statuti propri. Garibaldi vi pose il suo quartier generale nel luglio 1866.§ Nell'abitato sorge la parrocchiale di San Floriano (sec. XVI), che conserva nella lunetta sopra il portale un affresco attribuito al Romanino e all'interno una pala d'altare di Palma il Giovane, due dipinti della scuola del Tiepolo e uno di quella del Veronese, oltre a un organo secentesco e a un tesoro con preziosi arredi sacri. Affreschi decorano la chiesetta di San Lorenzo (scuola dei Baschenis, sec. XVI) e la chiesa di San Michele, a Darzo. In località Lodrone, oltre alla parrocchiale dell'Annunciazione (1499), affrescata dai Baschenis, sorgono il palazzo Bavaria e le rovine della rocca di Santa Barbara.§ Compongono il quadro economico locale l'agricoltura (cereali, ortaggi, patate, mele, fragole, uva), l'allevamento (bovini, equini, pollame) e l'industria, presente nei comparti estrattivo (baritina), metalmeccanico (maniglie in alluminio), edile (scavo, impermeabilizzazione e rivestimento gallerie stradali), tessile, delle materie plastiche e del legno (coperture, imballaggi). Rilevante l'attività turistica. Nel territorio sono in funzione due centrali idroelettriche.