Romanino, Giròlamo da Romano, detto il-
pittore italiano (Brescia 1484/87-dopo il 1559). Profondamente influenzato nelle prime opere dal giorgionismo allora di moda (Compianto sul Cristo morto, 1510, Venezia, Gallerie dell'Accademia), il Romanino si indirizzò in senso anticlassico fin dal 1519 con gli affreschi della Vita di Cristo per il duomo di Cremona, sviluppando quindi uno stile caratterizzato da un disegno spezzato che racchiude larghe campiture di colore marezzato, argenteo e brillantissimo. Data anche la presenza, nella sua pittura, di un gusto spiccato per l'ironico e il grottesco, sono molto probabili rapporti dell'artista non solo con l'ambiente cremonese, ma anche con Ferrara, nonché la conoscenza delle stampe nordiche. Delle numerosissime pale d'altare, conservate nella Pinacoteca Tosio-Martinengo e in varie chiese a Brescia, si ricorda la serie per S. Giovanni Evangelista. È stata pure rivalutata anche la sua feconda attività di frescante, nella quale meglio risultano le sue doti di narratore fantasioso, con notazioni popolaresche e ironiche (affreschi in chiese del Bresciano, nel castello del Buon Consiglio a Trento, nei palazzi Lechi e Averoldi a Brescia).