Smetana, Bedřich
Indicecompositore boemo (Litomyšl 1824-Praga 1884). Studiò al Conservatorio di Praga con J. Proksch, che gli procurò incarichi didattici a corte. Nel 1848 partecipò alla rivoluzione di giugno e fondò una scuola di musica sovvenzionata anche da F. Liszt. Trasferitosi in Svezia (1856), diresse la Società filarmonica di Göteborg e compì fortunate tournées in Europa, accompagnato dalla prima moglie, la pianista K. Kolář, poi da B. Ferdinandi, che sposò dopo la morte di Katařina, nel 1859. Nel 1861 rientrò definitivamente a Praga e in un clima politico più disteso aprì un nuovo istituto musicale, la famosa società filarmonica Hlalol. Svolse inoltre attività di critico musicale e diresse l'orchestra del nuovo Teatro Nazionale (1866-74), dove furono rappresentate le sue opere teatrali, tra cui I brandeburghesi in Boemia (1866), il suo capolavoro, La sposa venduta (1866), Dalibor (1868), Libussa (1872), Le due vedove (1874), Il bacio (1876), Il segreto (1878), Il muro del diavolo (1882), mentre l'incompiuta Viola fu data postuma nel 1924. Costretto a dimettersi e a rinunciare a ogni attività pratica per una grave forma di sordità (1874), Smetana si dedicò interamente alla composizione fino a quando non fu colpito dalla malattia mentale che lo condusse alla morte. Sono degli ultimi, travagliati anni, il notissimo ciclo sinfonico La mia patria (1874-79), composto di sei poemi tra cui La Moldava e Dai prati e dai boschi di Boemia; la polka La contadinella (1879) e Il carnevale di Praga (1883); il vibrante primo quartetto per archi Dalla mia vita (1876-79) e il secondo quartetto (1882); i due noti pezzi per violino e pianoforte intitolati Dal mio paese (1878); i Lieder per voce e pianoforte del ciclo Canti della sera (1879). Smetana, considerato il più grande musicista boemo, pose le basi di un linguaggio musicale nazionale che, pur nel riferimento ai moduli formali di H. Berlioz e di Liszt, seppe valorizzare il patrimonio etnico locale e conquistare alla Cecoslovacchia un ruolo di primo piano nella musica europea tra Ottocento e Novecento.
Bedrich Smetana in un dipinto del sec. XIX, raffigurato mentre intrattiene i suoi amici suonando il pianoforte (Praga, Archivio B. Smetana).
De Agostini Picture Library/A. Dagli Orti
Bibliografia
J. Teichmann, B. Smetana, Praga, 1946; M. Malý, B. Smetana, Praga, 1954; H. Boese, Zwei Urmusikanten: Smetana-Dvořák, Zurigo-Lipsia-Vienna, 1955; P. Pražák, Smetanovy zpĕvohry, Praga, 1955; S. Martinotti, Ritratto di Smetana: tra nazionalismo e europeismo, in “Il convegno musicale”, 1965; B. Large, Smetana, Londra, 1970; J. S. Fiala, Má Vlast, Praga, 1989.