Slavejkov, Penčo

poeta bulgaro (Trjavnal 1866-Brunate, Como, 1912). Figlio di Petko Račev Slavejkov, studiò e soggiornò a lungo in Germania. Tornato a Sofia, fu l'ispiratore del gruppo raccolto intorno alla rivista Misăl (Il pensiero), direttore del Teatro e poi della Biblioteca nazionale. Nel 1911 si stabilì in Italia. Slavejkov fu il lirico più significativo dei giovani poeti della nuova Bulgaria: conoscitore profondo di H. Heine (ma anche della letteratura russa e polacca), fortemente influenzato da F. Nietzsche, aspirò a europeizzare la poesia bulgara e a creare una lirica e un'epica nazionali. La sua prima raccolta, Lacrime di ragazza, è del 1888; seguirono i volumi di Canti epici e lirici (1896, pubblicati anche in Italia, nel 1928) e Sogni. Sulla tematica niciana del superuomo si concentrano i poemi Do diesis minore (dedicato a L. van Beethoven), Michelangelo e il volume di liriche Nell'isola dei beati (1910), che contiene gli Inni per la morte del superuomo. L'epica di Slavejkov è intessuta di aspri motivi di ascendenza folclorica come nel poema Ralica o in Bojko. Capolavoro di Slavejkov è il Canto insanguinato, rimasto incompiuto per la morte del poeta, sintesi lirica dalla tessitura complessa e dal contenuto profondamente nazionale, dedicato all'eroica insurrezione antiturca del 1876. Nel 1990 in Italia è uscita una sua raccolta di Poesie.

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