Sienkiewicz, Henryk

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scrittore polacco (Wola Okrzejska 1846-Vevey, Svizzera, 1916). Conclusi gli studi filologici all'Università russa di Varsavia si dedicò al giornalismo, collaborando alle maggiori riviste dell'epoca. Nel 1876 partì per l'America, visitando in seguito anche Francia e Italia. Durante la prima guerra mondiale, insieme a I. Paderewski, fondò in Svizzera il Comitato di aiuti alle vittime della guerra in Polonia. Esordì con le novelle Note umoristiche dalla cartella di Worszyłło (1872-73) improntate agli ideali del positivismo. Sotto l'influsso delle osservazioni e esperienze riportate dall'estero, abbandonò l'iniziale ottimismo positivistico passando a racconti che manifestano diffidenza nei confronti delle prospettive del progresso capitalista: Janko il musicista (1882), Il guardiano del faro (1882), Bartek il vincitore (1882), Schizzi al carboncino (1877). Tra le sue opere maggiori figura un ciclo di romanzi storici dal singolare carattere epico: Col ferro e col fuoco (1884), Il diluvio (1886) e Il signor Wołodyjowski (1888), grande trilogia sulle vicende polacche del sec. XVII, denso di guerre contro cosacchi, turchi e svedesi. Scritta “per confortare i cuori” dei lettori polacchi durante la schiavitù nazionale, la Trilogia rinnovò il romanzo d'avventure portandolo, grazie alla stupenda arcaizzazione del linguaggio e all'eccellente costruzione delle figure, a un alto livello artistico. Scrisse anche due romanzi dal tema contemporaneo, Senza dogma (1891) e La famiglia Połaniecki (1895), ma acquistò fama mondiale, consacrata dal premio Nobel, con Quo vadis? (1896) che all'antica Roma pagana magistralmente rievocata contrappone il mondo dei primi cristiani. Sienkiewicz è anche autore di un'epopea sulle lotte contro l'Ordine dei cavalieri teutonici, I cavalieri della croce (1900) e dell'eccellente romanzo di avventure per ragazzi Per deserti e per foreste (1911). Oggetto di polemiche da parte della critica progressista per il carattere tradizionalista delle opere della maturità (a eccezione de I cavalieri della croce), Sienkiewicz si meritò tuttavia, insieme a B. Prus e a E. Orzeszkowa, il titolo di maggiore realista dell'Ottocento polacco.

Bibliografia

Autori Vari, Nel centenario di Enrico Sienkiewicz, 1846-1946, Roma, 1946; W. Lednicki, H. Sienkiewicz, New York, 1948; J. Krzyzanowski, Henryka Sienkiewicza żywot i sprawy, Varsavia, 1966; Z. Marzinner, Quo vadis Sienkiewicz?, New York, 1982.

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