Scòpa (scultore)
Indice(greco Skópas). Scultore greco (Paro sec. IV a. C.), figlio forse di Aristandro; fu attivo tra il 380 a. C. e il 330 ca. in Attica, Asia Minore e nel Peloponneso, ponendosi, con Prassitele e Lisippo, tra i grandi rinnovatori della scultura greca. Lo stile scopadeo si distingue dal sereno ideale prassitelico per la capacità di tradurre drammaticamente in forme plastiche l'intensità di sentimenti e passioni. Questi caratteri sono presenti nei frammenti scultorei dei frontoni del tempio di Atena Alea a Tegea (di cui si sa che Scopa diresse la ricostruzione dopo l'incendio del 395 a. C.), soprattutto nelle teste di guerrieri e in quella di Eracle. Analogo pathos presentano i rilievi di una colonna dell'Artemision (tempio di Artemide) di Efeso con il mito di Alcesti, attribuiti a Scopa sulla base di un passo di Plinio. Delle numerose sculture riferite dalle fonti a Scopa, soprattutto statue marmoree di divinità, poche sono state identificate con relativa certezza tra le copie di età romana; tra queste le più accettabili sono l'Eracle della collezione Lansdowne di Londra, identificato da alcuni con l'Eracle di Sicione; la Menade di Dresda (Staatliche Kunstsammlungen), nella quale la tesa e passionale agitazione diviene furore dionisiaco; il Pothos, simbolo del nostalgico desiderio amoroso, noto in più copie tra cui quella dei Musei Capitolini di Roma; e il Meleagro, rappresentato da varie decine di copie. Alcune opere di Scopa, come le sculture del corteo marino con Tritoni e Nereidi situato in età romana nel Campo Marzio, potrebbero appartenere però a un secondo scultore di nome Scopa che si sa attivo nel sec. II a. C. L'Apollo citaredo di Scopa, collocato da Augusto nel tempio del Palatino, è raffigurato su monete romane e su rilievi. Di grande importanza è la partecipazione di Scopa alla decorazione del mausoleo di Alicarnasso, iniziata nel 350 a. C. con la collaborazione di Briasside, Timoteo e Leocare; benché l'attribuzione delle diverse lastre scolpite (oggi al British Museum di Londra) sia molto dibattuta, si riferiscono a Scopa alcune scene di Amazzonomachia per l'intenso patetismo e le torsioni accentuate: questi caratteri, tipici della visione artistica scopadea, furono fondamentali per gli sviluppi della scultura ellenistica.
Scopa. Fregio con scene di Amazzonomachia, dal Mausoleo di Alicarnasso (Londra, British Museum).
De Agostini Picture Library
Bibliografia
P. E. Arias, Skopas, Roma, 1950; P. Mingazzini, Sui quattro scultori di nome Skopas, in “Rivista dell'Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte”, 1971; W. Fuchs, Storia della scultura greca, Milano, 1992.