Sélva, Giannantònio
architetto italiano (Venezia 1753-1819). L'insegnamento di T. Temanza, il soggiorno a Roma (1779-80) e l'amicizia con A. Canova, che lo accompagnò in una serie di viaggi a Parigi, Londra, in Olanda ecc., furono i fondamenti della sua cultura artistica neoclassica. Si formò, oltre che sugli esempi classici e rinascimentali, anche su quelli degli epigoni inglesi del palladianesimo. L'influsso dell'architettura di interni dei fratelli Adam si avverte particolarmente nei riadattamenti, compiuti da Selva, degli spazi abitativi di vari palazzi privati (a Padova: Palazzo Pisani de Lazzera, 1783 e Palazzo Dotti Vigodarsene, 1796). Tra le maggiori realizzazioni del Selva, tutte di gusto neoclassico, si ricordano la Villa Manfrin presso Treviso (ca. 1794), l'interno del duomo di Cologna Veneta (1806-17) e il Teatro La Fenice a Venezia (progettato 1788-89, realizzato 1790-92).