Sèismit-Dòda, Federico
uomo politico e patriota (Ragusa, Dalmazia, 1825-Roma 1893). Per i suoi sentimenti italianizzanti manifestatisi sin da quando era studente a Padova, subì gli arresti (1847) da parte della polizia austriaca. Quando scoppiò la rivoluzione nel marzo 1848 combatté a Treviso e Vicenza. In seguito si rifugiò prima in Svizzera poi in Francia e nel Belgio. Tornato in Italia, fu a Firenze durante il governo di F. D. Guerrazzi e di G. Montanelli e partecipò alla difesa della Repubblica Romana. Nuovamente esule in Grecia, nel 1850 si rifugiò in Piemonte. Pubblicista, direttore della Riunione Adriatica di Sicurtà, nel 1865 fu eletto deputato e sedette tra i banchi della sinistra. Segretario alle Finanze nel gabinetto A. Depretis (1876), divenne ministro delle Finanze con B. Cairoli (1878) e con F. Crispi (1889). L'anno successivo fu licenziato da Crispi per aver accettato passivamente tesi irredentistiche.