Rudolph, Paul
architetto statunitense (Elkton, Kentucky, 1918-New York 1997). Allievo di Gropius alla Harvard University, ma più attento alla lezione di Le Corbusier e di Wright, iniziò la sua attività con una serie di villette e piccoli edifici in Florida, applicando alle tradizionali strutture in legno gli schemi formali dello stile internazionale. Nelle opere successive, fra cui il Jewett Arts Center del Wellesley College (1955-58), i due licei a Sarasota, Florida (1957-59 e 1958-60) e la Scuola d'arte e di architettura per l'Università di Yale a New Haven (1958-63), la predilezione per le forme geometriche elementari, ereditata da Le Corbusier, e la sensibilità ai materiali, derivata da Wright, si sono sommate nella definizione delle singole parti dell'edificio (sia strutture, sia ambienti) per esplicito contrasto con le altre. Alcune realizzazioni, come la foresteria e le residenze per studenti dell'Università di Yale (1959-60), gli uffici e laboratori dell'industria farmaceutica Endo a New York (1960-64), lo State Governement Service Center a Boston (1962-63), rivelano, accanto all'indubbia sapienza tecnologica di Rudolph, il limite intellettualistico delle sue scelte, tendenti a configurare edifici “monumentali” che avrebbero dovuto, di per se stessi, riqualificare l'alienante contesto delle città americane. Coerente a questo atteggiamento è stato il progetto di città sulle rive dell'Hudson (1967-68), con appartamenti appesi a grappolo ad alte torri adibite a uffici e con l'uso di case mobili prefabbricate, con cui Rudolph ha ripreso quella fiducia nel progresso e quel tema della “città nuova” anticipati quasi mezzo secolo prima da Le Corbusier.