Robbe-Grillet, Alain
Indicescrittore e regista cinematografico francese (Brest 1922-Parigi 2008). È stato uno dei principali rappresentanti del alla cui riflessione critica ha contribuito con i saggi di Pour un nouveau roman (1963). Ne rappresentò la tendenza descrittiva e oggettiva, finalizzata a una visione del mondo che restituisca alle cose, attraverso lo sguardo o l'immaginazione, il loro posto usurpato dall'onnipresenza umana. Di qui l'eliminazione del personaggio tradizionale a vantaggio di una psicologia di tipo fenomenologico, dell'ordine temporale e spaziale, e il ricorso al ritorno ciclico delle immagini che caratterizzano la sua opera narrativa: Les gommes (1953; Le gomme), Le voyeur (1955), La jalousie (1957; La gelosia), Dans le labyrinthe (1959; Nel labirinto), La maison de rendez-vous (1965), Projet pour une révolution à New York (1969; Progetto per una rivoluzione a New York), Instantanées (Istantanee), novelle scritte a partire dal 1954 e raccolte nel 1962, Topologie d'une cité fantôme (1975; Topologia di una città fantasma), Souvenirs du triangle d'or (1978; Ricordi del triangolo d'oro), Djinn (1981), Le miroir qui revient (1985), Angélique ou l'enchantement (1988; Angelica o l'incanto). Nella prima metà degli anni Novanta si dedicò al saggio George Segal, invasion blanche: sculptures (1990) e alla terza parte della sua autobiografia Les derniers jours de Corinthe (1994) in cui evoca i suoi esordi letterari e i legami con Sartre e Foucault. Successivamente Robbe-Grillet pubblicò un altro romanzo, La reprise (2001; La ripresa), intreccio tra giallo e perversione sullo sfondo della Berlino del 1949. Nel 2006 pubblicò Préface a une vie d'écrivain e Scenarios en rose et noir e nel 2007 Un roman sentimental. Nel cinema si affermò scrivendo per A. Resnais L'anno scorso a Marienbad (1961), il cui successo lo indusse a realizzare personalmente i propri testi. Con L'immortale (1963), Trans-Europ-Express (1966), L'uomo che mente (1968), Oltre l'Eden (1971), Spostamenti progressivi del piacere (1973), Giochi di fuoco (1974), La belle captive (1983), rieccheggiò la sua opera letteraria dividendo in due campi la critica. Attirando lo spettatore nel labirinto di una falsa struttura poliziesca e nella fascinazione di un erotismo gelido, egli mirò a coinvolgerlo in un gioco intellettuale in cui con ironia ma non senza snobismo si manipolano i generi alla moda, il racconto codificato e la psicologia “borghese”, nell'illusione di distruggerli. Dal 1980 al 1988 diresse il Centro di sociologia della letteratura dell'Università di Bruxelles. Nel 2004 venne eletto nell'Académie Française.
Bibliografia
A. Gardies, Alain Robbe-Grillet, Parigi, 1972; F. Trebbi, La trasparenza cinematografica - Saggio su A. Robbe-Grillet, Bologna, 1973; A. Antoni, Film, la musica, il divenire. L'opera cinematografica di Alain Robbe-Grillet, Roma, 1987; J. Cl. Vareille, Fragments d'un imaginaire contemporain, Parigi, 1989.