Reẓa Pahlavi
(anche Reẓā Khān), scià dell'Iran (Sevād Kūh, Māzandarān, 1878-Johannesburg 1944). Di condizione modesta, entrò verso il 1900 nella divisione dei cosacchi di Persia. Nell'agitato dopoguerra Reẓā Pahlavī, che aveva raggiunto il grado di colonnello, acquistò una crescente influenza nelle sfere nazionalistiche persiane. A capo di un gruppo di rivoltosi, nel 1921 effettuò un colpo di Stato per cui divenne ministro della Guerra e nel 1923 primo ministro. Nel 1925, dopo aver ottenuto dal Parlamento poteri dittatoriali, depose l'ultimo scià della dinastia dei Cagiari e fondò la dinastia dei Pahlavī. Il regno di Reẓā Pahlavī (1925-41) fu contraddistinto da una politica autoritaria, diretta essenzialmente a creare un esercito forte e a svincolare il Paese dalle tradizionali influenze anglo-sovietiche. Per far ciò preferì affidarsi alla collaborazione di istruttori e di tecnici tedeschi con i quali intraprese una certa modernizzazione del Paese. Sul piano più propriamente sociale abolì il regime delle capitolazioni, emancipò le donne, rese obbligatoria la coscrizione. Nel 1933 concluse un accordo vantaggioso con l'Anglo-Persian Oil Company. Con l'Unione Sovietica e con gli altri Paesi confinanti lo scià strinse relazioni pacifiche, se non cordiali, ma nel 1941 il suo rifiuto di espellere dal Paese i numerosi consiglieri tedeschi portò a un intervento congiunto anglo-sovietico. Lo scià abdicò a favore del figlio Moḥammad Reẓā.