Randazzo
Indicecomune della Città Metropolitana di Catania (70 km), 765 m s.m., 204,84 km², 10.452 ab. (randazzesi), patrono: Maria Santissima Assunta (15 agosto).
Generalità
Centro situato alla confluenza dei corsi incassati del fiume Alcantara e del vallone Gurrida, sulle pendici settentrionali dell'Etna, nel cui parco regionale è compreso. Benché sia il centro più vicino al cratere, collocato su un banco lavico preistorico, è stato sempre risparmiato dalle eruzioni.
Storia
Fu fondato in epoca bizantina forse su un preesistente centro siculo; durante la guerra del Vespro contro gli Angioini (1282) Pietro d'Aragona vi insediò il proprio quartier generale. Popolato da Greci, Latini e Lombardi che fino al sec. XVI parlavano differenti dialetti, ebbe tre quartieri abitati dalle tre diverse popolazioni e dotati ciascuno di una propria chiesa, che a turno aveva il titolo di Matrice. Nel sec. XIV ebbe capitoli civili e statuti autonomi, che furono soppressi nel 1345; appartenne poi al demanio regio, ma decadde sotto la dominazione spagnola. Durante la seconda guerra mondiale fu l'ultimo caposaldo della resistenza tedesca in Sicilia e fu bombardato pesantemente dagli Alleati, prima di esserne conquistato nell'agosto del 1943.
Arte
Nonostante i gravissimi danni subiti nell'ultima guerra, l'abitato, costruito interamente in pietra lavica, conserva gran parte delle sue caratteristiche storiche con l'aspetto medievale delle strette vie, di molte case, delle caratteristiche finestre a bifore. I maggiori monumenti sono le tre chiese principali. La cattedrale di Santa Maria, che conserva dell'originaria costruzione normanno-sveva (1217-39) le absidi e i muri laterali, ha in stile catalano i portali e le finestre laterali a baldacchino (sec. XV); la facciata e il campanile sono del 1852-63; all'interno si custodiscono numerose opere d'arte tra cui un Crocifisso di fra' Umile da Petralia, tele secentesche e diversi dipinti ottocenteschi di Giuseppe Velasquez. La chiesa di San Nicolò, restaurata dopo i bombardamenti del 1943, è il rifacimento (sec. XVI-XVII) di un edificio trecentesco di cui conserva la parte absidale; all'interno si possono vedere rilievi scultorei di Giacomo e Antonello Gagini (tra cui le Scene della Passione, 1535) e una bella tavola quattrocentesca (Deposizione). Lo splendido campanile costruito a strisce alterne di lava e calcare (sec. XIV) caratterizza la chiesa di San Martino, nella quale si conservano una vasca battesimale marmorea del 1447, una Vergine della Misericordia della scuola dei Gagini e un tabernacolo in marmo del sec. XV. Il Palazzo Finocchiaro (1509) rappresenta un singolare esempio di transizione stilistica dal gotico al Rinascimento. Nel Museo archeologico, situato nel palazzo Vagliasindi, sono esposti i reperti della necropoli greca di Sant'Anastasia (sec. V-II a. C.).
Economia
L'economia si basa soprattutto sull'agricoltura, con uva da vino (etna DOC), olive, nocciole, mandorle, cereali e frutta, sullo sfruttamento dei boschi (castagne), sull'allevamento e su piccole attività artigiane (produzione di formaggi e di salumi, lavorazione della pietra). Attiva l'industria dei materiali edili.